L’argentino dell’Udinese: «Sono cresciuto con i racconti su Diego con la maglia azzurra. Quando vado al San Paolo a giocare, tocco con mano l’amore di quella gente»
UDINE – Rodrigo De Paul, la nota lieta della stagione di un’Udinese che ancora deve tagliare il traguardo della salvezza, è un ragazzo di 24 anni con i piedi ben piantati a terra a cui piace vivere il presente. Per lui adesso la priorità è la permanenza in Serie A della sua formazione e il mercato può attendere. Questo però non vuol dire che non sia lusingato dalle voci che lo accostano sia all’Inter sia al Napoli. Anzi… In futuro si vede con la maglia di una grande ed è onorato dalle voci di un corteggiamento del club nerazzurro e di quello di De Laurentiis. Ce lo ha confidato in un’intervista nel cuore della Dacia Arena, lo splendido impianto rifatto dalla famiglia Pozzo che si prepara a fare un altro affare d’oro cedendo il suo numero 10.
De Paul, questa finora è stata la sua miglior annata da quando è in Italia?
«Direi la migliore della mia carriera in assoluto. Sono cresciuto e non ho paura di prendermi le mie responsabilità, di guidare la squadra. Voglio giocare tutte le partite ed essere protagonista».
Qual è il segreto dei suoi progressi?
«Nessuno in particolare. Sono nel momento migliore della mia carriera: mi sento al top fisicamente, ho già una buona esperienza e una discreta maturità, ma credo di poter migliorare ancora».
E’ vero che a gennaio poteva andare all’Inter?
«Io volevo stare qua e, anche se leggevo certe cose, nella mia testa era chiaro che fino a giugno sarei rimasto qua. Avevo dato la mia parola perché andare via a metà di un campionato per me era come giocare 45’ e poi uscire… Non mi piaceva affatto».
Cosa si prova a essere “corteggiato” dall’Inter?
«E’ bello quando escono queste notizie perché vuol dire che hai fatto bene. Uno lavora sempre per crescere e per migliorare».
Per un argentino, però, deve essere piacevole anche il corteggiamento del Napoli, l’ex squadra di un certo Maradona.
«Alla mia famiglia è sempre piaciuto tanto il calcio e sono cresciuto con i racconti su Diego con la maglia azzurra. Quando vado al San Paolo a giocare, tocco con mano l’amore di quella gente: pensate che a Napoli in albergo mi lasciano dei regali solo perché sono argentino come Maradona… Una cosa emozionante».
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From: Corriere Dello Sport.