Cannavaro: «Insigne è Napoli. Mancini è l’Italia»


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Il calcio attuale nei giudizi dell’ex difensore campione del mondo nel 2006 con gli azzurri: «Lorenzo scelga di restare e sia un simbolo. Il ct sta dettando la linea a tutti»

Il mondo è in quella palla che, rimbalzando fino in Cina, porta con sé il fascino misterioso di un’epoca surreale, tra tiranni che si prendono l’Europa e l’Italia e onirici orizzonti in cui inseguire favole o speranze. L’Inghilterra è la razza padrona d’un Vecchio Continente che è appena uscito dal dominio spagnolo e la Juventus è la Padrona d’un Bel Pese che scopre rughe e pure crepe: è successo tutto così in fretta ch’è diventato complicato riuscire a scorgere una ragione o scovare una causa – fosse anche una soltanto – di questi due Imperi ampi, vari, che hanno monopolizzato universi distanti e pure, calcisticamente, omogenei. E magari non ci vuole una lente di ingrandimento per comprendere quanti e quali perché abbiano dilatato le distanze della Juventus dall’Italia e dall’Italia dal resto d’Europa, seguire le dinamiche di questa «rivoluzione» che è diventato dominio, osservarlo con gli occhi a mandorla di Fabio Cannavaro, che setacciano l’erba per cercare un quadrifoglio che conceda ancora una speranza.

Cannavaro, visto da dentro un Pallone d’Oro, il calcio cosa le sembra?
«Che gli inglesi sono i più bravi e i più organizzati, non solo i più ricchi. Hanno una visione d’insieme che vanno ad aggiungere ad una atmosfera e a un ritmo agonistico utili a fare la differenza».

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From: Corriere Dello Sport.

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