Come dicono le maestre? Il bambino è bravo, ma non si applica sempre, anzi qualche volta si distrae a guarda fuori dalla finestra. Il nostro pagellone è la valutazione tra quanto poteva dare la squadra e quanto effettivamente ha dato. Il Napoli ha centrato un ottimo secondo posto, con una qualificazione alla Champions mai messa in discussione. Il Napoli – come azienda – non può che essere contento. Ma gli azzurri dovevano essere molto più presenti nella lotta scudetto e giocare con più personalità le partite chiave. Per esempio, quella di Coppa Italia con il Milan, oltre alle due con l’Arsenal. È un secondo posto prestigioso, che avrà ancor più valore nel tempo. Ma assai diverso da quello di 12 mesi fa quando era chiaro che il Napoli era il vincitore morale, perché il campionato non era stato vinto da quelli più bravi, quelli che avevano giocato meglio, tirato di più, dato più spettacolo. Avevano vinto quelli che avevano cercato di non far giocare e di sopravvivere soltanto. Questo secondo posto è, per certi versi, più appagante sotto il profilo delle convinzioni tecniche: il turnover promesso da Carlo a De Laurentiis ha portato, più o meno, agli stessi verdetti di Sarri. Ed è stato un turnover di uomini continuo, anche se ancorato allo stesso sistema di gioco, ovvero il 4-4-2- in fase di non possesso e un 4-2-e-fantasia quando il pallone lo avevano gli azzurri. Ancelotti ha sradicato le erbacce tattiche e ha piantato uno (spesso) divertente giardino offensivo. Ha dimostrato di essere in grado di prove super ma anche di prove senza senso. Quando il Napoli acquisterà equilibrio e rinforzi, potrà colmare il gap in Italia dalla Juventus e in Europa. Negli occhi le notti magiche con il Liverpool, ma anche le due col Psg. Poi la pausa (anche fisica) nel momento clou della stagione, da gennaio fino a metà aprile. L’eliminazione da parte dell’Arsenal è un’altra nota dolente, perché maturata a Londra in un primo tempo giocato senza voglia e senza mordente. Il Napoli giocherà la Champions e incasserà i soldi del jackpot Uefa: servono giocatori di spessore per alzare l’asticella, altrimenti sarà un’altra bella stagione di alti e qualche (letale) basso.
From: Il Mattino.