Qualcosa si era compreso intorno al 20 giugno, a sole tre settimane dal suo arrivo (31 maggio), quando gli abbonamenti dell’Inter avevano già toccato quota 35mila e viaggiavano verso il sold out. Lo hanno ribattezzato «effetto Conte». Il primo segnale di quanto fosse azzeccata la scelta di affidargli la panchina nerazzurra. Una decisione coraggiosa, visto il passato juventino di Antonio. Suning ha potuto constatare con mano il lavoro dell’ex ct della Nazionale, quando ha iniziato a vedere nel precampionato un’Inter più solida e compatta con il 3-5-2, nonostante non ci fossero attaccanti a disposizione, con Icardi separato in casa e la distanza all’epoca con il Manchester United per Lukaku. Con tanto di strigliata pubblica di Conte alla società (19 luglio) per il mancato arrivo dei rinforzi richiesti. Poi, il mercato ha avuto un’accelerata, i giocatori sono arrivati, il lavoro atletico e tattico è proseguito tra concentrazione, regole ferree e disciplina e la rincorsa a Juventus e Napoli è partita. Con entusiasmo: quasi 65mila spettatori presenti a San Siro per il debutto e un 4-0 che non ha lasciato scampo al Lecce, vittima sacrificale. Conte ha esultato (facendo arrabbiare sui social i tifosi della Juventus), festeggiato e richiamato tutti all’ordine: «Testa al Cagliari», alla seconda delle 38 lunghissime tappe di campionato. Solo alla fine si capirà se il divario con Juventus e Napoli sarà stato davvero colmato. Nel frattempo, sono arrivate le congratulazioni di Steven Zhang che si è presentato ad Appiano Gentile assieme a Beppe Marotta. Loro sì, felici per l’effetto Conte.
VIA L’INNO
Per annullare il gap è stato deciso anche un piccolo taglio con il passato. Niente canzone «Pazza Inter», una sorta di inno non ufficiale. Resta solo quello «C’è solo l’Inter» di Elio e le storie tese. Una scelta del club condivisa da Conte che già a luglio, nella conferenza di presentazione, era stato chiaro: «Non sarà più una squadra pazza, ma forte e regolare». Adesso serve solo continuità e ancora tanto lavoro. L’Inter è sulla buona strada e con Lukaku, nuovo pupillo di San Siro, ha già dimenticato i capricci di Icardi.
From: Il Mattino.