Un solo gol, quello all’esordio contro la Juve. Hirving Lozano si è presentato alla grande trovando la prima rete in maglia azzurra dopo appena 23 minuti dal suo ingresso in campo ad inizio ripresa. Poi la brusca frenata, Hirving non è riuscito più a segnare e le sue prestazioni sono state ancora lontane da quelle messe in mostra con il Psv e la nazionale messicana.
Stasera contro l’Atalanta avrà l’opportunità di lasciare il segno e di allontanare la partenza in maglia azzurra poco brillante. Ancelotti lo schiera nel tandem d’attacco per sfruttare la sua velocità negli spazi, un piano simile a quello di Salisburgo in Champions League: il tecnico nel dopo partita in Austria difese la prestazione del Chucky sottolineando il suo apporto che riuscì a dare alla squadra nella serata in cui, l’altro attaccante, Mertens fu il grande protagonista con una doppietta. Giocherà laddove è stato sempre impiegato dal tecnico e cioè da seconda punta: sempre titolare nelle tre partite finora giocate dagli azzurri in Champions League. Il messicano, pagato quest’estate 42 milioni, l’acquisto più costoso dell’era De Laurentiis, giocò con Mertens contro il Liverpool, con Milik a Genk, e poi nuovamente con l’attaccante belga a Salisburgo. In campionato tre volte ha giocato dal primo minuto con Sampdoria, Cagliari e Torino e in altre due occasioni è subentrato dalla panchina contro la Juve e il Lecce, domenica a Ferrara contro la Spla è rimasto in panchina. In totale quindi Ancelotti lo ha impiegato già in otto occasioni su dodici partite ma finora Lozano non è riuscito ad ingranare le marce alte. L’ambientamento al calcio italiano e l’assimilazione dei nuovi movimenti offensivi sono tra i motivi di una partenza ancora non in linea con quello che è il suo abituale livello di rendimento mostrato negli anni passati.
Ancelotti conta molto su di lui, lo ha voluto per la sua duttilità offensiva unità alla sua qualità tecnica e alla grande velocità: queste le caratteristiche per cui è stato scelto per migliorare il reparto d’attacco del Napoli. Con l’Atalanta un altro esame importante perché la squadra di Gasperini difende con grande intensità e si ripropone con ripartenze ad altissima velocità. Sarà fondamentale, quindi, il suo apporto per gli scatti in profondità e per la capacità di andare nell’uno contro uno ma anche il suo contributo nel pressing in fase di non possesso per disturbare la costruzione di gioco in avvio di manovra dei difensori dell’Atalanta.
Lozano, quindi, finora ha giocato in tandem soprattutto con Mertens (in cinque occasioni) e una sola volta è partito inizialmente con Milik e quando è subentrato dalla panchina contro la Juve al posto di Insigne ha giocato ancora con il belga e nell’ultimo quarto d’ora a Lecce quando ha sostituito Milik e ha giocato in tandem con Llorente. Da esterno è stato impiegato solo a Torino, era in fase offensiva il riferimento a destra del tridente e a Genk l’unica volta da esterno sinistro nel corso del secondo tempo quando entrarono Llorente e Mertens. Da esterno sinistro ha giocato con il Psv che giocava con il 4-2-3-1, ricoprendo però anche il ruolo di centrale, o a volte di prima punta. E più ruoli ricopre anche nella nazionale messicana, da questo punto di vista un jolly, proprio come piace ad Ancelotti. Ma finora il suo rendimento non è stato ancora al top, di Lozano si sono visti soltanto pochi sprazzi: quella di stasera contro l’Atalanta può essere per lui la partita della svolta, la prima di una settimana decisiva per il Napoli sia in campionato con la trasferta di sabato con la Roma che in Champions con la sfida di martedì prossimo contro il Salisburgo al San Paolo.
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