LA MOVIOLA di Marelli CONFERMA LE POLEMICHE


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Napoli – Atalanta 2-2, arbitro Giacomelli

Reduce dall’eccellente direzione di Sassuolo-Inter, altro banco di prova importante per il triestino che, nonostante la lunga permanenza alla CAN A, non ha mai trovato continuità nei big match.
Senza alcuna cattiveria ma ieri sera abbiamo avuto l’ennesima conferma del perché.
Giacomelli è un arbitro in possesso di buonissime qualità tecniche. E’ molto “amato” dai calciatori per la sua capacità di dialogo e per la tranquillità che trasmette. A fronte di queste indubbie caratteristiche positive, ce n’è una che è emersa più volte e che non riesce proprio a migliorare: non appena le partite si complicano, si perde totalmente. Non è un caso che, dopo il pareggio dell’Atalanta il gioco sia rimasto fermo per quasi cinque minuti e Giacomelli si sia dovuto aggrappare ai cartellini.
Alla fine ci sarà un giallo per proteste e due espulsi in panchina, tra i quali Ancelotti.

Al 32esimo minuto il gioco viene interrotto per un fuorigioco segnalato dall’assistente Bindoni:

 

Errore stranissimo di Bindoni, in questa stagione uno dei migliori in assoluto. Callejon, al momento del passaggio, è in gioco di almeno un metro (forse anche qualcosa in più). Probabile che Bindoni non si sia accorto della presenza del difensore disallineato rispetto alla difesa dell’Atalanta e che non lo abbia proprio considerato ai fini della valutazione. Rimane, oggettivamente, una svista molto grave.

Al minuto 66 il primo episodio chiave della partita.
Callejon recupera un pallone sui 18 metri, tenta di entrare in area e viene travolto da Pasalic:

La posizione di Giacomelli è molto buona (manca forse un minimo di profondità ma nulla di grave).
Due prime osservazioni:
– l’arbitro ammonisce Pasalic dopo parecchio tempo ed il linguaggio del corpo sembra quasi suggerire che si sia fatto convincere dalle proteste dei calciatori del Napoli;
– dentro o fuori dell’area?
La domanda è stata poco considerata nel dopo partita ma, a mio parere, c’è materiale di discussione:

 

Per quanto sia necessario essere prudenti in queste circostanze, la sensazione netta è che il contatto sia avvenuto a cavallo della linea dell’area di rigore e che, pertanto, il VAR avrebbe spostare il punto di contatto. Magari nei prossimi giorni l’AIA ci dimostrerà che la punizione dal limite era la decisione corretta ma, sulla base delle immagini a disposizione, il dubbio è molto forte.

Più importante il fallo in sé, però.
Facciamo un passo indietro:

Verona – Milan, fallo di Stepinski su Musacchio, Manganiello intervenne sanzionando l’attaccante con un cartellino giallo. Il VAR Orsato lo richiamò alla “on field review” e l’arbitro optò per la giusta espulsione.

Torniamo a Napoli:

 

Differenze?
Oggettivamente poche.
Anzi, per una volta direi che non ce ne sono proprio.

La differenza è che, in questo caso, il VAR Banti ha preferito non intervenire, confermando la scelta di Giacomelli. La questione è semplice: o hanno sbagliato Orsato e Manganiello a Verona oppure hanno sbagliato Banti e Giacomelli ieri sera.
A Verona non hanno sbagliato, perciò…

Al minuto 84 l’episodio di cui si discuterà molto nei prossimi giorni.
La dinamica la conoscete tutti perciò non vi tedio con la ricostruzione.
Prima nota:

 

Posizione eccellente di Giacomelli, senza alcun ostacolo visivo.
Passiamo alla parte importante dell’azione. Sul cross di Mertens, Kjaer perde il contatto col pallone in un momento nel quale lo stesso è ben lontano da lui e Llorente. Kjaer abbandona il controllo visivo del pallone e si preoccupa solo di contrastare (senza contesa del pallone) l’attaccante del Napoli:

 

Questo episodio non può essere giudicato solo sulla base di qualche frame ma è necessario vedere il video per comprendere l’esatta dinamica di quanto accaduto.
In particolare non ha senso attaccarsi al gomito alto di Llorente: l’attaccante del Napoli stava saltando ad una certa distanza dal difensore (prima immagine) ed il contatto con Kjaer è stato provocato dal difensore stesso che si è mosso verso Llorente disinteressandosi completamente del pallone. Incolpare l’attaccante per il contatto col gomito è senza senso: non ha posto in atto alcuna azione che possa essere interpretata come irregolare. Se Kjaer non gli fosse andato letteralmente addosso, probabilmente avrebbe potuto deviare il pallone verso la porta. Ovviamente non possiamo sapere l’esito del colpo di testa ma ciò non cambia assolutamente nulla: non è possibile pensare che un difensore si muova all’interno del regolamento se si disinteressa del pallone limitandosi a contrastare fisicamente un avversario.
Questo è chiaramente un calcio di rigore ma ci sono altri particolari da evidenziare:
– il VAR non poteva farci assolutamente nulla. Parliamo di protocollo, parliamo di direttive, parliamo di linee guida, parliamo di quel che volete ma ormai sappiamo che un episodio di questo genere, sotto il controllo dell’arbitro, è fuori dalla competenza del VAR;
– Giacomelli non può scegliere di non giudicare. In episodi come questi è inconcepibile pensare di lasciar correre: o è fallo per la difesa oppure è calcio di rigore. Un comportamento del genere (lasciar correre perché non ci ha capito niente, tanto per dirla chiaramente) non ha senso, non ha alcun fondamento e, soprattutto, mette nei casini (scusate il francesismo) il VAR che si trova nella scomodissima situazione di dover decidere ciò che non può decidere;
– a chiudere il pasticcio, questa immagine:

Immagine VAR, come si vede in alto a sinistra.
Vi ricordate, per caso, un contatto tra calciatori giudicato con un fermo immagine e diffuso dal VAR?
Ma che vuol dire questa scelta? E’ ovvio che un’immagine del genere, in assenza di dinamica dell’azione e decontestualizzata, possa apparire come la spiegazione perfetta ma questo frame, semplicemente, ha un significato strumentale.

Il risultato di non decidere è che l’Atalanta è partita in contropiede, ha segnato ed è esploso il caos. Per non prendere una decisione, alla fine Giacomelli si è trovato con un taccuino pieno di ammonizioni ed espulsioni…

 

from: Luca Marelli Blog 
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