Mai cos lento il cammino del Napoli negli ultimi anni: sette gare senza vittoria, non accadeva dal marzo 2010 sotto la guida di Mazzarri. Solo 5 i punti ottenuti, frutto di 5 pareggi e 2 sconfitte. E la classifica piange. «Gli azzurri non sanno più vincere, irriconoscibili»; «Vergogna!»; «Iat ‘a vennere ‘e percoche, non se ne può più»: amarezza sul web dopo l’ennesimo pareggio sul campo dell’Udinese.
Napoli, Ancelotti non si dimette: «Ci vuole una scintilla, chance Genk»
Addirittura dal Dacia Arena un’unica esultanza al gol di Lasagna che ha aperto il match: insieme ai friulani anche i napoletani hanno partecipato alla festa, come se ormai aspettassero il peggio, la batosta finale, per poter vedere poi la svolta. «Bisogna attendere ancora per l’esonero di Ancelotti?», è la domanda più comune dei tifosi. Una situazione che così com’è, appare senza via d’uscita. L’allenatore le ha provate davvero tutte: dal 4-4-2 al 4-3-3, dalla carota al bastone fino ad arrivare ad avere parole dure nei confronti dei suoi giocatori. Un Carlo inedito: lui, uomo di pace per eccellenza, si è trovato a dover prendere una posizione lontana dalla sua indole. E questa volta neanche il ritiro è bastato: il Napoli del primo tempo è apparso a tutti troppo flebile, lontano dal bel gioco e dalla compattezza di un tempo. «La Lasagna ci è andata di traverso», prova a ironizzare qualcuno. Ma la situazione stavolta sembra davvero buia e la luce troppo lontana.
Quel piccolo barlume di speranza acceso nella ripresa dal gol di Zielinski e dal cambio di atteggiamento della squadra non è bastato: l’1 a 1 è un risultato che la piazza non può accettare. «Meno male che dovevamo lottare per lo scudetto!», colpiscono in tanti. Mentre il pessimismo si diffonde sempre più: «Un punto che ci potrebbe tornare utile nella classifica degli scontri diretti per non retrocedere. Perché di questo passo è la cosa più probabile che si può verificare», si legge fra i vari commenti.
E ora testa alla Champions, lì dove il Napoli ricorda come si gioca a calcio e come si segna. È il Napoli delle due facce, una cosa che per molti è spiegabile in un solo modo: «Diversi calciatori non hanno rinnovato, sono in rottura con la società e sono demotivati in campionato. Fondamentale però farsi notare in Europa per trovare una buona collocazione per il futuro». Che sia questo o no il motivo, tanti tifosi si aspettano un atteggiamento diverso contro il Genk: «Almeno speriamo di passare il turno. Sarebbe davvero già un fallimento se perdessimo anche questa occasione vista la classifica del girone». Ma qualcuno pure lì mette le mani avanti, forse anche un po’ per scaramanzia: «Non dimentichiamo cosa successe l’anno scorso. Mai dare nulla per scontato, specie ora che questa squadra si sta dimostrando senza carattere e senza voglia».
Per molti tuttavia dopo questa partita ci sarà sicuramente la svolta: «Dobbiamo aspettare martedì prossimo per vedere un cambiamento. Non è possibile che il presidente faccia mangiare in panettone ad Ancelotti». Ed è una sensazione che pare inondare anche le persone vicine ai giocatori, i loro amici più stretti: il tempo di re Carlo a Napoli per molti sembra davvero agli sgoccioli. Ed è la richiesta che a gran voce arriva dal popolo dei social: #Ancelottiout è l’hashtag più diffuso tra le piazze virtuali della città.
Ma c’è anche chi vuole un rinnovamento totale: persino l’amatissimo Ciro oggi è preso di mira dai tifosi. «Via Ancelotti, e si porti anche Mertens. Ha fatto il napoletano quando gli conveniva ed ora ha abbandonato la barca come Schettino. Sono tutti marchettari». Insomma nessuna clemenza per nessuno. La città chiede a tutti i costi un cambio di rotta: «Basta intossicarci tutti i weekend. Meritiamo di più».