Nel calderone delle critiche del 2019, il volto di Lorenzo Insigne è quello che spunta quasi sempre per primo: eppure, i freddi numeri raccontano di una realtà diversa, con un’evoluzione diversa quando dal 4-4-2 si passa al 4-3-3, quello che Gattuso vuol tornare a cucire su Insigne. Giusto, in tal senso, partire da un dato che simboleggia il senso stesso di quello che è il ruolo di Insigne, quello dell’attaccante: nonostante per larga parte di questa stagione sia partito esterno di centrocampo, con un baricentro più basso, il capitano partenopeo ha raggiunto quota 7 tra gol ed assist, con 3 reti e 4 assist. Con il campionato che vira verso il termine del girone d’andata, non rappresenta un qualcosa di straordinario, ma basta ad esser il più incidente della Serie A per gli azzurri, con Milik e Mertens che seguono a quota 6: tutti gol per il polacco, mentre sono 4 le segnature e 2 gli assist per il belga. Se si guarda, poi, all’incidenza nella creazione delle azioni che hanno, poi, condotto ad una delle 27 reti del Napoli in campionato, allora la statistica che mette al centro Insigne lo rende, semplicemente, determinante per la fase offensiva partenopea.
Dal piede di Insigne, infatti, considerando gol, assist, rigori procurati e passaggi chiave (quelli tesi alla creazione di un’azione gol), sono passati 14 gol, il 54% del totale, con la media di 1.03 gol creati per 90 minuti giocati. Insomma, con Insigne in campo, stando alla statistica realizzata da InstatScout (una delle piattaforme più utilizzate da tutti i top club al mondo per i big data), il Napoli può immaginare di partire con un gol all’attivo quando Insigne disputa i novanta minuti di un match. Una performance che mette Insigne al primo posto tra i giocatori che consentono al Napoli di imboccare la via del gol. Milik, il più contiguo in questa speciale classifica, è secondo con una presenza nel 35% delle azioni che hanno condotto ad un gol del Napoli (9), anche se è più alta l’incidenza rispetto ai minuti giocati: infatti, Milik partecipa (siglandolo o procurandolo) ad 1.28 gol ogni novanta minuti in campo. Nessun altro calciatore del Napoli si avvicina a questi score, con Mertens che pure ha preso parte a 9 reti complessive, ma con un’incidenza di 0.76 reti ogni 90 minuti sul terreno di gioco.
Nelle ultime due gare, quelle disputate da esterno puro d’attacco, ci sono degli indici che dimostrano anche un upgrade sensibile sotto la gestione Gattuso. Affidando il resoconto statistico a WyScout in questa circostanza, si percepisce come il partire da una posizione più avanzata, diminuisce il campo da coprire ed aumenta la lucidità in zona gol: per la prima volta in stagione, Insigne ha fatto 100%: 3 conclusioni provate, tutte verso lo specchio. Contro il Parma, invece, Insigne aveva provato 7 tiri, massimo stagionale per il 24 partenopeo. Sempre attraverso l’analisi fatta da InstatScout, la corsia di sinistra, quella occupata da Insigne, ha costruito 10 reti finora, il 37% del totale, considerando anche un 30% di gol arrivato da palle inattive (tra calci d’angolo, sviluppi di calcio di punizione e calci di rigore). Inoltre, il capitano del Napoli è stato l’uomo che ha completato più tiri (45), trovando per 20 volte lo specchio (43% di precisione): un dato che smentisce diversi luoghi comuni, soprattutto se rapportato al 20% di precisione di Mertens e Zielinski ed al 37% di Callejon. Solo Milik, con un 50% netto (28 tiri, 14 nello specchio) è stato, tra gli attaccanti titolari, più preciso di Insigne, finora in Serie A.