I tre regali all’Inter sono solo l’ultima parte di una sequela di clamorose topiche difensive, una triste e preoccupante costante del Napoli in questa stagione. Il campionario ricco e completo: ci sono gli errori individuali, i pasticci di coppia, gli sbagli di posizionamento e le papere. Di tutto di pi, purtroppo, in una sorta di festival dell’horror difensivo. In generale con 25 gol subiti in 18 partite (media di 1.38 a match, proiezione di 52/53 reti subite alla fine della stagione), il Napoli ha la settima difesa del campionato, in coabitazione con Atalanta e Parma. E dopo diciotto turni di serie A si tratta del secondo peggior rendimento difensivo del Napoli di De Laurentiis: meno bene ha fatto solo la squadra al primo anno in massima serie, con Reja in panchina, quando gli azzurri incassarono 27 reti dopo 18 gare. Ma era un altro Napoli, nettamente meno competitivo di quello attuale. Sembrano lontanissimi i dati dei due precedenti campionati: 13 gol subiti nelle prime 18 partite nell’ultimo anno di Sarri, appena due in pi nel primo anno di Ancelotti.
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L’AUTOGOL DI KOULIBALY
Nelle prime due giornate il Napoli ha subito 7 reti, sintomo di una fragilità della fase difensiva amplificata poi da errori evidenti individuali e collettivi. Il manifesto di questa stagione rischia di essere lo sciagurato autogol di Koulibaly al 92′ di Juventus-Napoli, che ha vanificato la miracolosa rimonta da 0-3 a 3-3. Il 4-3 incassato in quel modo ha subito messo in crisi l’autostima azzurra. Da lì sono iniziati i regali: ne contiamo in totale almeno 7, ai quali vanno aggiunti altrettanti errori più o meno grossolani in retroguardia. Un’antipatica abitudine è, per esempio, quella rinverdita lunedì sera da Di Lorenzo, lo scivolone, che ha anche un sinistro significato figurato. Il terzino è stato sfortunato, Hysaj (soprattutto) e Manolas hanno completato l’opera non chiudendo su Lukaku.
I problemi nella scelta corretta dei tacchetti erano già emersi nella gara con il Parma, alla prima di Gattuso, quando andò in scena il festival delle cadute. È il 4′ quando Koulibaly scivola, concede metri e gol a Kulusevski e si infortuna pure. Nel finale, al 93′, lo emula Zielinski, che crolla a terra avviando il contropiede poi chiuso in gol da Gervinho. Omaggi della casa, come lo è stato il primo gol della gara poi vinta dal Bologna nel finale lo scorso primo dicembre: il pasticcio tra Koulibaly e Ospina (respinta del primo che anticipa l’uscita a vuoto – del secondo) ha permesso a Skov Olsen di segnare il suo primo gol in A, avviando peraltro la rimonta della sua squadra.
LE PAPERE DEI PORTIERI
Qualche omaggio è arrivato anche dai portieri: alla quarta giornata è Ospina che, generosamente, regala un rigore al Lecce con un’uscita folle, con sgambetto, su Rossettini. Gol senza conseguenze, visto che il Napoli vincerà 4-1. Spesso decisivo, specie in Champions League, il giovane Meret ha tuttavia sulla coscienza tre gol, tutti subiti con conclusioni finite sotto le gambe. L’ultima sul potente tiro di Lukaku, ma in precedenza non si era opposto alla debole conclusione di Freuler con l’Atalanta e non era stato abbastanza reattivo sul tiro ravvicinato di Traorè in Sassuolo-Napoli. «Papere» fisiologiche anche per grandi portieri come lui, anche se iniziano a essere troppo frequenti.
LA DIFESA DI BURRO
La fase in generale del Napoli sembra di burro anche per altri errori di posizione o di lettura del gioco. Sempre in Juve-Napoli, alla seconda giornata, il vantaggio di Danilo arriva da un inopinato contropiede, nato da una conclusione di Insigne, su corner per il Napoli, respinta dal volto di Bonucci. Un coast to coast che ha portato al gol senza opposizioni valide. La madre di tutti i ko casalinghi, Napoli-Cagliari 0-1 del 25 settembre, matura su un contropiede sardo dove Mario Rui non chiude sul cross di Nandez e Castro segna perchè è totalmente da solo al centro dell’area, ignorato da Manolas e Di Lorenzo e con Koulibaly in chiaro ritardo. In ripartenza anche la rete subita da Lasagna nel match con l’Udinese (1-1): Mario Rui si fa respingere da pochi passi il cross su effetti dell’angolo, la fuga di Fofana e l’imbucata per Lasagna non trovano ostacoli. Anche il 2-2 dell’Atalanta è un errore: Toloi sceglie il passaggio filtrante per Ilicic, con Koulibaly che si stacca dalla linea troppo presto e con Maksimovic che non sale per mettere in fuorigioco l’avversario. L’ultimo errore lo ha firmato Manolas, «stoppando» per Lautaro Martinez il cross di Vecino, anziché spedire lontano o in corner, intervenendo con l’altro piede. Non c’è che dire, Gattuso ha molto da lavorare, sperando anche che tacchetti e dea bendata in futuro aiutino il Napoli, non sfavorendolo più.