Gattuso si giocherà la semifinale tra la Fiorentina (il 18) e la Juventus (il 26)
C’è un regola non scritta nel calcio che ormai è ben leggibile: al centro del campo ci sta il danaro, che orienta alcune scelte e certo anche i calendari e ovviamente il palinsesto televisivo. Metti una coppa Italia, che ora si fa seria, nel prime-time di Rai 1, mica come per Torino-Genoa, che fu sbattuta alle 21.15 su Rai 2 e, maledizione, ci scapparono pure i calci di rigore al freddo e al gelo d’una mezzanotte circa: mettila quando gran parte del Paese si sta accomodando a tavola per la cena, un brodino caldo che si mescola alla adrenalina, e così dài un senso anche a quel maestoso investimento di centocinque milioni d’euro per il triennio 2018-2021 della Rai. Fanno trentacinque all’anno, vuoi mettere, e vanno divisi, però garantendo anche a chi s’è preso l’onere di spendere questa fortuna di sistemare gli spot e senza rischiare di ritrovarsi gli spettatori stesi sul divano a lottare con la fase Rem, in cui non è chiaro s’è vero o se si stia sognando.
Al resto pensa sempre la sorte, che sa come intrufolarsi magicamente nel cuore di un calendario sovraccarico come pullman all’ora di pranzo, anzi di più (visto che a giugno ci sono gli Europei e bisogna fare anche in fretta), e con sfide che accendono, infiammano ed hanno il sacrosanto dovere di far impennare lo share: Napoli-Lazio rientra nelle sfide da godersi in santa pace, cosa importa che poi lo stadio resti semideserto o forse no, e che si battano i denti per il gelo martedì 21 gennaio. Ma, soprattutto, chi se ne frega se il Napoli quattro giorni dopo dovrà affrontare la Juventus (al San Paolo) e la Lazio avvertirà nella pelle il richiamo per il derby. Sono fatti loro e anche di Maurizio Sarri, al quale è andata peggio, e di Fonseca, che stasera inseguirà il suo quarto di coppa, fingendo di ignorare ciò che l’attenderebbe se…: mercoledì 22, a Torino, ci potrebbe scappare un bel Juventus-Roma (Parma permettendo, sia chiaro), in cui chiunque avrà qualcosa di cui lamentarsi.
La Lega ha provato a sistemare gli appuntamenti in maniera razionale, ha smontato e poi rielaborato le varie opportunità, ha lasciato che Inter-Fiorentina e Torino-Milan cadessero rispettivamente il 28 e il 29 gennaio, consapevole che ognuno possa avere le proprie buone ragioni. Ma il calcio del Terzo Millennio è da un bel po’ che insegue il tintinnio dal danaro, e poi altrove c’è persino chi sta peggio: provate a chiedere a Sarri, ch’è reduce da un viaggio in Inghilterra, come ci si possa muovere nel traffico natalizio, boxing day incluso. Un colpo al telecomando, un’occhiata al conto in banca ed evapora ogni forma di risentimento: almeno sino al prossimo calendario, in cui sarà (ancora) di tutto, di più.