Offerte faraoniche rifiutate e investimenti record per il club azzurro: un patrimonio da 250 milioni
Più o meno, sono duecentoquarantacinque milioni: senza eccesso, né difetto. È una banca in carne e ossa, danaro che scorre nei muscoli: è una fortuna che sta lì e che va in qualche modo recuperata, rivalutata, restituita al suo antico (e però recente) splendore. E’ il calcio che non ti aspetti, crea (meritamente) le sue star, poi le «brucia» o le oscura, per fatalità o per rendimento, per casualità o per umanissima essione: però Meret e Lozano, Koulibaly e Allan sono capitale (anche umano) tangibile, s’è visto cosa vale ognuno, quanto possa darle e con quali prospettive. Ma il pallone fa come gli pare, a volte assume traiettorie perde e capovolge il destino.
Koulibaly e Allan, per Napoli, sono stati «mostri sacri» inavvicinabili, fuoriclasse irraggiungibili nell’immaginario collettivo; e Meret e Lozano hanno costituito un investimento «mostruoso» di un club che non ha indugiato dinnanzi alle richieste e con un clic ha dato il via al bonico e al sogno di costruirsi un futuro. E i gioielli, si sa, è arte che non evapora: basta aspettare l’appuntamento giusto per metterlo in mostra.
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