Il 27 marzo 1994 una rete straordinaria dell’attaccante romano a dieci minuti dalla fine regalò alla squadra di Lippi una vittoria prestigiosa. La formazione di Capello vincerà comunque lo scudetto e la Champions League con un grande 4-0 in finale sul Barcellona
NAPOLI – È il 27 marzo 1994 e al San Paolo di Napoli si presenta il Milan campione d’Italia. Il pubblico è quello delle grandi occasioni, con gli spalti dell’impianto di Fuorigrotta gremiti da circa 70mila anime. Il Milan scende in campo con lo scudetto cucito sul petto, ma all’inizio della stagione in casa rossonera c’è stata una vera e propria rivoluzione. Non c’è più il trio olandese: Rijkaard è passato all’Ajax, Gullit è andato a rinforzare la Sampdoria di Eriksson, mentre Van Basten, a soli 29 anni, è costretto a lasciare il calcio giocato a causa dei continui problemi fisici. La “banda” di Capello perde dopo 13 anni anche Evani. A Milanello arrivano Laudrup, Raducioiu e Panucci e, a metà campionato, Marcel Desailly. Nonostante un inizio di stagione non brillantissimo, quello che si presenta al San Paolo il 27 marzo 1994 è un Milan solidissimo, capace di subire appena 10 reti nelle prime 28 giornate e in grado di tenere la porta, difesa da Sebastiano Rossi, inviolata per ben 929 minuti: un record nel nostro campionato che resisterà fino alla stagione 2015-16 quando Buffon arriverà addirittura a 974 minuti consecutivi senza subire gol. Il Milan, di fatto, è una vera e propria corazzata e, con nove punti di vantaggio sulla Juve seconda, vola verso il terzo scudetto consecutivo. Il Napoli, reduce dal ko per 3-0 contro la Lazio all’Olimpico, staziona invece a metà classifica. Prima che l’arbitro Rodomonti fischi il calcio d’avvio, dunque, il pronostico è a favore degli ospiti. Un gol di Di Canio a 10 minuti dalla fine, però, regala alla squadra di Lippi i due punti e ai tifosi del San Paolo una notte indimenticabile.
Capello deve rinunciare a Massaro, autore del gol vittoria appena una settimana prima nel derby contro l’Inter, e Savicevic. Pertanto, il tecnico friulano deve affidarsi in avanti all’estro di Papin e Boban e alla capacità di pungere di Simone. È proprio l’attaccante classe ’69 il più pericoloso dei suoi, in grado di impensierire Taglialatela e la retroguardia avversaria con i suoi guizzi, uno dei quali porta all’occasione più clamorosa del Milan, quando il suo destro si infrange sull’incrocio dei pali. Il Napoli, seppur privo di quattro titolari e costretto a sostituire Corradini con Nela al 17’, gioca una partita gagliarda. A guidare le scorribande degli azzurri è Di Canio che, al 79’, con una perla di rara bellezza decide la sfida e fa esplodere il San Paolo. L’attaccante romano ubriaca di finte Baresi e Panucci e con uno splendido sinistro batte Rossi sul primo palo, poi corre sotto la Curva B a esultare insieme ai propri tifosi. Una rete di pregevole fattura che mette la ciliegina sulla torta a una prestazione super. Due punti importanti per il Napoli che, a fine stagione, si qualificherà in Coppa Uefa. Dall’altro lato del campo, un ko che non impedirà al Milan di conquistare il terzo scudetto consecutivo e coronare una stagione straordinaria impreziosita con la vittoria anche in Champions League (4-0 contro il Barcellona ad Atene).
NAPOLI: Taglialatela, Corradini (17’ pt Nela), Gambaro, Pari, Cannavaro, Bia, Di Canio, Pecchia, Fonseca, Corini, Policano (25’ st Buso). ALL.: Lippi.
A DISP.: Di Fusco, Langella, Tarantino.
MILAN: Rossi, Panucci, Maldini, Eranio (40’ st Carbone), Costacurta, Baresi, Lentini, Desailly, Papin, Boban (25’ st Donadoni), Simone. ALL.: Capello.
A DISP.: Ielpo, Galli, Tassotti.
MARCATORI: 34’ st Di Canio.
ARBITRO: Rodomonti di Teramo.