Restano aperte anche le piste che portano a Azmoun, Osimhen e Mateta
NAPOLI – Per la serie «facite ammuina» (c’è bisogno di traduzione?), si può architettare una rivoluzione anche standosene seduti dietro la propria scrivania, provando a intrufolarsi in questi giochini trasversali che forse qualcosa lasciano o anche no. Però vuoi mettere il brivido di essersi accomodato nel bel mezzo d’un colpo di mercato, ritagliandosi il proprio spazio, e semmai aver provveduto a far saltare un affare. Sono le (antiche) leggi del calcio, che danno la sensazione del politicamente scorretto, e però di colpi bassi se ne sono avvertiti – alcuni hanno lasciato il segno e altri alcun effetto – ed hanno arricchito l’aneddotica del pallone. Cristiano Giuntoli, nel gennaio del 2018 e nel pieno del «duello» con la Juventus, quando ormai sembrava avesse «preso» Politano dal Sassuolo, scoprì a tarda ora dell’ultimo giorno di mercato che non ci sarebbe stato altro da fare che rassegnarsi, nonostante i venticinque (e c’è chi dice ventotto) milioni di euro stanziati da De Laurentiis per coprirsi a destra e lanciarsi nella sfida stellare con lo scudetto poi lasciato nell’albergo di Firenze: il romanzo di quei giorni, di una santa alleanza, degli intrecci tra Marotta e Carnevali (gli a.d.), finì per inondare i social e la dietrologia, si sa, in certi casi ci sguazza e in altri ci prende. Lo disse Andreotti, d’altro canto: «a pensar male…». Giuntoli si è industriato, ha fatto sua la lezione (della quale però era già padrone) ed ha cominciato a rovistare qua e là in giro per l’Universo-calcio: ora è scatenato sul fronte offensivo, ondeggia virtualmente tra il Brasile, la Francia, la Russia e se capita anche la Bundesliga, ha una carrellata di centravanti e tratta con chiunque, a volte a bassa voce ed altre, ma quando sono gli altri a farlo, ad alzarla strategicamente, pure pubblicamente.
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Fateci caso, c’è un Napoli trasversale: s’è interessato di Everton del Gremio, di Azmoun dello Zenit, non ha dimenticato Mateta del Mainz e s’è anche lanciato su Osimhen, sono tutti attaccanti – ognuno con le proprie caratteristiche – a volte si somigliano e altre no, rientrano tra i profili «prospettici» del club, hanno un’età che indica la volontà di costruire un ponte sul futuro e poi finiscono in questa gigantesco puzzle che attende il bomber giusto. […]
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