Barcellona-Napoli, è allarme rosso: ecco perché Gattuso rischia grosso


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Allarme per Barcellona, il Napoli si smarrito. I primi segnali negativi a Bologna, altri contro l’Udinese nonostante la vittoria e poi la sconfitta con il Parma: tre prestazioni decisamente brutte degli azzurri che ora sono scivolati al settimo posto in classifica a tre punti dal Milan e a cinque dalla Roma.

Un problema innanzitutto mentale, il Napoli ha staccato la spina a livello d’intensità agonistica: con la possibilità svanita della qualificazione alla prossima Champions League e la certezza di partecipare alla prossima fase a gironi di Europa League, grazie alla vittoria della Coppa Italia, c’è stata la brusca frenata in termini di motivazioni. Gli azzurri hanno retto alla grande fino alla sfida con il Milan che è finita in parità ma poteva chiudersi con un successo e poi c’è stato il passo indietro in termini di risultati (quattro punti in tre partite) e soprattutto di prestazioni.

Giocare ogni tre giorni a temperature elevate è pesante e, anche se Gattuso si è affidato a un turnover costante, un calo atletico c’è stato ed è mancata la continuità delle prestazioni, dopo la grande partenza anche dal punto di vista fisico con le due partite di Coppa Italia contro Inter e Juventus. Il ritmo delle partite è asfissiante e c’è meno tempo per allenarsi durante la settimana perché occorre recuperare al meglio i calciatori anche per preservarli dagli infortuni (gli azzurri dopo la partita di domenica sera contro l’Udinese hanno riposato lunedì svolgendo martedì la rifinitura per mettersi in viaggio per il ritiro a Parma). Ieri la ripresa a Castel Volturno con la parte più intensa svolta da chi non è stato impiegato a Parma oppure è entrato nella ripresa (Llorente ha ripreso a svolgere parte di allenamento con il gruppo e parte differenziata, solo lavoro in palestra invece per Ospina), seduta di scarico per tutti gli altri in palestra.
 

 

Un possesso palla sterile, manovra troppo leziosa, ricerca troppe volte del passaggio in più e soprattutto poca concretezza in fase offensiva, quest’ultimo tra gli aspetti negativi del match a Parma evidenziato nel dopo partita da Ringhio. I problemi evidenziati nelle ultime partite si sono acuiti al Tardini per la mancanza di un centravanti vero (Milik era squalificato e Mertens non al meglio è rimasto in panchina): Gattuso ha alternato da prima punta Lozano (esperimento fallito) e non è andata meglio neanche con Politano e Callejon. Un giro palla che non ha prodotto pericoli per Sepe chiamato a un’unica parata in avvio su Politano e poi mancanza di precisione al tiro nelle tre chances pulite costruite nella ripresa (quella di Callejon, l’altra di Di Lorenzo e l’ultima di Younes).

L’altro campanello di allarme è rappresentato dai gol subiti, anche se le due reti del Parma sono arrivate su due rigori dubbi fischiati da Giua. Il dato negativo in riferimento ai gol al passivo però è evidente alla ripresa dopo il lockdown: gli azzurri in campionato non hanno incassato reti solo a Verona, subendone almeno una nelle successive (in totale undici gol in otto partite). Un problema che riguarda i difensori ma in generale tutta la squadra meno compatta rispetto a prima nella fase di non possesso, oltre ovviamente agli errori dei singoli. Da migliorare, quindi, il rendimento della linea a quattro arretrata ma in particolare il lavoro difensivo di tutti, altro concetto quest’ultimo che rappresenta un punto fermo di Gattuso. E ora in vista della supersfida di Champions League dell’8 agosto contro il Barcellona il Napoli sarà chiamato ad altri tre esami importanti proprio in chiave difensiva, a cominciare da quello di domani sera al San Paolo contro il Sassuolo e poi gli ultimi due con Inter e Lazio. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/barcellona_napoli_ultime_notizie_oggi-5364592.html

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