Juventus-Napoli, Verdoliva dice no: «Penso solo a fermare il contagio»


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Ciro Verdoliva è il direttore generale della Asl Napoli 1 che ha assunto la decisione finale sulla quarantena dei calciatori del Napoli scattata sulla scorta della positività a Covid-19 di Zielinski prima e di Elmas poi.
 

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Avete avuto contatti o sollecitazioni da parte della società sportiva Calcio Napoli?
«Assolutamente no, abbiamo assunto le misure alla luce dell’attuale andamento epidemiologico di Covid-19 rispetto al quale c’è la massima attenzione per contenere il contagio».

La Lega Serie A in una nota, in cui richiama il parere del Cts del 12 giugno scorso, ha spiegato perché Juventus-Napoli deve essere giocata…
«Non giudico la Lega, non sta a me. Opero nell’ambito della Sanità pubblica. Dico tuttavia che in uno scenario pandemico contestualizzato in questo momento l’ordinamento sanitario che deve garantire la salute del singolo e della collettività prevale rispetto a qualunque altro tipo di regolamento o ordinamento. La nostra finalità è garantire Salute in un contesto costituzionalmente orientato. L’obiettivo è evitare il contagio ed il diffondersi della pandemia, le nostre azioni sono mirate a questo».

E cosa risponde agli argomenti portati dalla Lega calcio?
«Abbiamo agito nell’interesse prevalente della salute collettiva e nei limiti delle nostre strette competenze, in particolare nel rispetto della Circolare del Ministero Salute 21463/2020 e del rapporto ISS 53/2020».

Come si è sviluppata la decisione?
«Ricevuto l’elenco dei contatti stretti del primo dei due calciatori del Napoli positivi al virus conseguente all’indagine epidemiologica dell’Asl Napoli due nord abbiamo disposto di conseguenza l’isolamento fiduciario di 21 persone per 14 giorni a partire dalla data dell’ultima esposizione con il caso indice (1 ottobre)».

Anche la Regione Campania è stata interpellata?
«Ha confermato quanto da noi disposto evidenziando anche l’applicabilità delle sanzioni correlate alle eventuali violazioni ribadendo che i soggetti destinatari della nota Asl sono tenuti a non allontanarsi dal domicilio comunicato. Per noi non c’è distinzione tra cittadini, le regole devono essere uguali per tutti in quanto finalizzate a garantire salute pubblica e evitare una catena di contagi non prevedibili nell’entità e nelle conseguenze finali».

Quali sanzioni sono previste dalla violazione delle consegne?
«Una sanzione amministrativa ma se un soggetto, sottoposto a quarantena o a sorveglianza fiduciaria, non rispetta le regole disposte e con il suo comportamento alimenta il contagio si possono configurare anche reati di altro tipo di rilievo penale».

La situazione epidemica in Italia sta crescendo in maniera preoccupante: a Napoli qual è la situazione?
«Oggi abbiamo registrato 126 nuovi positivi, la media giornaliera (nell’ultima settimana) supera i 100 casi. Attualmente i cittadini napoletani sottoposti ad isolamento domiciliare sono 3.109, tutti contatti stretti di positivi, mentre i due Covid center di competenza della Napoli 1 sono praticamente pieni. Il trend è molto preoccupante, buona parte dei nuovi positivi sono paucisintomatici che hanno contatti stretti con conviventi posti in quarantena. Vanno seguiti con la massima attenzione».

Come fronteggerete lo stress delle strutture ospedaliere?
«La fase C di massima intensità epidemica per l’Asl Napoli 1 prevede ulteriori 24 posti di degenza all’ospedale del mare che apriremo entro la prossima settimana e 10 posti di sub intensiva all’Ospedale del mare e di intensiva al Loreto mare. Per questi il personale è insufficiente. Stiamo infatti assicurando l’apertura di tutti i servizi ospedalieri e ambulatoriali non Covid, sia in regime di emergenza-urgenza ma anche di assistenza programmata. Se crescesse l’emergenza dovremmo limitare qualche attività e concentrare le risorse sul fronte Covid. Intanto abbiamo reclutato tecnici e 130 infermieri per l cure domiciliari».

Mancano i Covid resort…
«Ci stiamo lavorando: entro 15 giorni attiveremo la palazzina albergo dell’ospedale del mare offrendo il ricovero a pazienti positivi asintomatici con condizioni abitative inidonee ovvero con fragilità tra i conviventi; questo consentirà di liberare posti in ospedale».

L’attività del contact tracing con numeri così alti vi crea difficoltà?
«Certo, sia per il numero di risorse umane dedicate a questo lavoro sia per l’incessante carico di lavoro, sabato e domenica inclusi».

E i tamponi?
«Abbiamo allargato le attività dal nostro laboratorio del San Paolo a uno privato. Ieri abbiamo eseguito e processato oltre 2mila tamponi per una positività pari al 6,23%. Circa il 30% di tutti i tamponi in Campania sono nostri. Questa mattina erano già pronti, refertati e pubblicati nella piattaforma della protezione civile a disposizione dei medici che avvertono i pazienti. Abbiamo concentrato al Frullone tutti i tamponi a sospetti asintomatici dedicando i team domiciliari delle Usca (sono 11) ai tamponi per i sintomatici e per quelli di guarigione, rispettando i tempi».

Esistono situazioni di disagio in molte famiglie: mamme sole con figli minori, disabili positivi. Servirebbero integrazione sociale e progetti specifici.
«Questo tipo di assistenza non fa capo all’Asl. L’idea è giusta e condivisibile. Noi ci siamo. Siamo pronti a fare la nostra parte con iniziative di sostegno, assistenza sociosanitari. Le auspichiamo». 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/juventus_napoli_ultimissime_asl_ciro_verdoliva-5503923.html

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