Dall’accordo con l’hotel al charter e al pullman: tutte le mosse del club di De Laurentiis per dimostrare di avere ragione
Il giorno dopo la sentenza sul caso Juve-Napoli, un dispositivo di sette pagine attraverso cui il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea ha sanzionato il club azzurro con la sconfitta per 0-3 e con un punto di penalizzazione per aver rinunciato alla trasferta di Torino del 4 ottobre in assenza di una causa di forza maggiore, il Napoli ha continuato a fare esattamente ciò che ha fatto sin dall’inizio di questa storia: silenzio e lavoro. A dire il vero il ricorso era già stato preparato, redatto ancor prima della sentenza, ma ieri lo staff dell’avvocato Mattia Grassani, incaricato di rappresentare la società di De Laurentiis in questa vicenda, ha continuato a limare gli ultimi dettagli del fascicolo così da depositarlo quanto prima presso la corte sportiva d’appello. Anche prima dei venti giorni a disposizione: magari già oggi o al massimo entro l’inizio della prossima settimana. La tesi di fondo? Il rispetto delle leggi dello Stato, non la violazione del protocollo Figc e dunque delle leggi del calcio.
A supporto potrebbero essere allegati i video dell’allenamento di rifinitura del sabato al centro sportivo di Castel Volturno e le mail tra il team manager azzurro e l’hotel che avrebbe dovuto ospitare la squadra a Torino, così da dimostrare l’intenzione di effettuare la trasferta. E tra l’altro, il club aveva anche prenotato dei tamponi per domenica mattina presso una struttura torinese; sul charter poi annullato erano già stati sistemati i bagagli della squadra e degli staff al seguito; e il pullman della società si trovava già a Torino.
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