Napoli-Az, metamorfosi olandese: dal calcio totale al catenaccio vero


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Il catenaccio era il rifugio dei deboli, e Az Alkmaar era indebolita dal Covid-19, almeno sulla carta. Arrivata a Napoli con i calciatori contati (17) ha dovuto tradire l’olandesità e giocare all’italiana dedicandosi all’epicità, riscrivendo la disposizione negli spazi e omaggiando Gianni Brera. L’allenatore dell’Az Alkmaar, Arne Slot, s’è visto costretto a difendere e provare a ripartire, a difendere e resistere, sperando in un pareggio fuori casa, che, invece, è diventata una vittoria preziosissima. Il Napoli e Rino Gattuso sono caduti sotto i colpi di una lingua e una filosofia che conoscono e che in passato soprattutto Coppa Italia e Champions League hanno praticato. Ma Slot l’ha fatto meglio, con diverse fortune, e il più classico dei gol ottenuto al primo assalto serio alla difesa del Napoli. Svensson la mette in mezzo tesa e bassa, De Wit va incontro libero e smarcato, dimenticato come una pandemia d’estate e infila Meret sul lato opposto. Buonanotte al Napoli. E un grande saluto al maestro Brera che sapeva cosa fare e cosa pretendere quando non si hanno uomini e mezzi: prima non prenderle, e il Napoli che ha sempre quell’eterno problema dei cross, ormai anche Di Lorenzo li fa sulle schiene avversarie ha palleggiato tanto e tirato poco e male. La doppia linea difensiva dell’Az ha tenuto bene in dieci dietro la palla e la strategia ha funzionato. Ora il Napoli e tutto l’entusiasmo della partita contro l’Atalanta devono ricominciare dall’inizio. Va, invece, dato atto a Arne Slot di aver vinto una partita impossibile, partendo da una condizione difficile, con uomini contagiati e altri costretti a coprire ruoli diversi dal solito, una Armata Brancaleone che ha preso il San Paolo e i tre punti, tenendo sostanzialmente a bada il Napoli. Ha chiuso gli spazi che apriva Osimhen, ha minato i corridoi disegnati da Fabian Ruiz, e tenuto d’occhio l’ombra di Mertens e Insigne che pur provando a tagliare l’aria come faceva con Callejon si è ritrovato Di Lorenzo libero davanti al portiere e un avvitamento da derviscio rotante e non uno che la appoggiava in porta.

 

L’Az scegliendo di praticare solo la fase difensiva si è messa al riparo dal gioco e dall’immaginazione dell’attacco, riuscendo a capitalizzare l’unica vera azione che scommetteva sul passaggio nella metà campo occupata dal Napoli, purtroppo la squadra di Gattuso non ha mai affondato veramente nel primo tempo rimandando al secondo e al probabile e non accaduto cedimento della squadra olandese. L’Az ha tenuto mentalmente come un pugile inchiodato alle corde, non si è sfilacciata, non ha disperso le energie e ha stancato il Napoli, e poi l’ha anche sconfitto: quasi per caso, involontariamente, entrando in una area che sembrava una casa aperta, da prego servitevi, e loro han ringraziato per l’ospitalità. Gli olandesi partendo svantaggiati, sentendosi a disagio, e avendo anche subito una leggera discriminazione, hanno scelto la prudenza, la sottrazione, e l’eventuale contrattacco, praticando il santo catenaccio rifugio ultimo delle partite senza apparente soluzione, tradendo la spavalderia olandese praticata ultimamente anche in politica, tanto che si potrebbe scherzare e ipotizzare un eventuale cambio dell’aggressività di Mark Rutte citando il grande Antonio Ghirelli che scrisse: Il catenaccio è una metafora della Democrazia cristiana. Votare Dc significa giocare per lo zero a zero. Ma gli olandesi hanno vinto, quindi andando oltre il pareggio potranno anche tornare al calcio totale. O forse no, visti i risultati. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_az_alkmaar_abatino_marco_ciriello-5540711.html

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