Napoli-Sampdoria, è el Chucky il vero piano B di Gattuso


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La massima trasgressione del Napoli è far entrare Hirving Lozano. Che è poi il piano B di Rino Gattuso che a differenza di Antonio Conte ne ha uno e potrebbe raccontarlo a don Fabio Capello in tivù. È questa la notizia. Dopo un primo tempo con la Sampdoria di Claudio Ranieri che sembrava il suo vecchio Leicester: tutto lanci e ripartenze e pure un gol di Jakub Jankto che ricordava Jamie Vardy, insomma nostalgia britannica, il Napoli con il messicano ha ritrovato il gol, rimontato e vinto la partita.

Battendo anche i ricordi-Premier di Ranieri. Lozano che difendiamo da quando è atterrato sta dimostrando di non essere un bidone, ma una risorsa. Piano piano ha rimontato il posto sulla fascia davanti e poi si è imposto nelle sperimentazioni di Gattuso che appare sempre più il dottor Victor Frankenstein: con la sua squadra che si risveglia da sconfitte certe e poi cade improvvisamente in catalessi da eccesso di passaggi, tanto possesso, impostazione dalla propria aria di rigore e una noia mortale.

Per fortuna che c’è Lozano, che sembra quello non avvisato, il calciatore al quale non è stato spiegato bene il tutto, e allora strappa e va, strappa e prova, strappa e rompe gli argini degli avversari, e la partita cambia. È quello che è successo contro la Sampdoria: i palleggi orizzontali senza mai una verticalizzazione vengono rovesciati dal vento messicano che agisce sulla fascia destra, e spesso si accentra nell’area di rigore avversaria a cercare di segnare, risvegliandoci dalla noia. Unica speranza di regole infrante, con dribbling e accelerazioni, che ricordano il calcio che amammo. 

 

Lozano si prende il rischio di superare l’uomo senza la triangolazione, e questo azzardo è una deroga al quotidiano che lo mette al riparo dal procurarci tormenti, anzi, come si è visto sul gol vittoria. Perché Lozano sa crossare a differenza degli altri che si ostinano a farlo, e, quindi, persino l’affannato e molto sciagurato Petagna su un cross fatto bene trova il gol. Ma prima di continuare a raccontare di Lozano e del suo meritorio salvataggio dei nostri pomeriggi sbadiglianti, va data solidarietà al povero Tommaso Augello, difensore sampdoriano, torturato dai movimenti di Lozano, aggirato e superato, dribblato e dimenticato, anticipato e umiliato. Succede.

Tanto è durato solo un tempo, nel primo s’era divertito ad amministrare le assenze dell’attacco napoletano. Augello marcava Lozano, e non l’ha visto sul cross di Dries Mertens ormai un rifinitore lontano dall’area che il messicano ha girato di testa in porta alle spalle di Emil Audero per il pareggio nel Napoli; e dopo si è fatto scartare sulla destra prima della palombella per la testa di Petagna. Lozano non ha solo salvato risultato e partita, segnato e fatto assist, no, c’ha anche detto che senza quelli come lui il calcio del Napoli di oggi diventa meno avvincente della pelota basca. Ma c’è ancora tanto da fare, anche perché Lozano è intermittente come tutto quello che funziona in questo Napoli. Si veda Zielinski nella partita di Europa League e quello contro la Sampdoria. Per non dire di Lorenzo Insigne: tornato alla media di una su tre, di partite accettabili. Una continua oscillazione tra buone prestazioni e dimenticanze, tra vittorie e sparizioni, tra gol ed errori.

Deve ancora arrivare al meglio il calciatore messicano, e chissà se mai arriverà al meglio il Napoli di Gattuso, per ora abbiam visto degli sparuti incostanti attimi di quella grande bellezza promessa attraverso lui e il suo gioco da Aurelio De Laurentiis, nella conferenza di presentazione di un anno fa. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_sampdoria_lozano_marco_ciriello-5643709.html

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