L’allenatore ha chiesto alla squadra un riscatto immediato dopo la sconfitta con lo Spezia: domani c’è l’Udinese, poi in casa l’ Empoli (Coppa Italia) e la Fiorentina e infine la Supercoppa con la Juve
Le dieci giornate del Napoli sono una battaglia sportiva in quattro mosse che comincerà domani a Udine, 10 gennaio, e finirà mercoledì 20 gennaio a Reggio Emilia in occasione della finale di Supercoppa con la Juve. Tre più uno, insomma: Udinese in campionato, Empoli in Coppa Italia, Fiorentina in campionato e poi il gran galà di chiusura con la rivale infinita. Per la quarta volta nella storia del trofeo: ma questa è un’altra storia. Anzi, è il finale di una storia che gli azzurri dovranno cominciare a scrivere con la penna della vittoria e un inchiostro pieno di veleno. I cui sinonimi sono carattere e attributi: cose che Rino ha chiesto urlando (di tutto) ai suoi già domenica sera, subito dopo la tremenda batosta con lo Spezia. Una sconfitta che ha letteralmente spezzato le gambe a un Napoli che ora dovrà rimettersi a correre, neanche a camminare, senza perdere altro tempo: la qualificazione alla prossima Champions è l’obiettivo dichiarato ma è soprattutto un obbligo, nell’ottica della programmazione futura di un club che alle spalle non ha petrodollari o il vento dell’Est. Tutto chiaro, insomma. Proprio come le scelte di Gattuso all’orizzonte: Petagna tornerà al centro dell’attacco, Rrahmani potrebbe giocare la prima da titolare e Koulibaly dovrebbe rivedersi tra i convocati. Mertens, invece, rimanderà il suo appuntamento con il campo: con Osimhen che a questo punto è fortemente a rischio per la Supercoppa, tra Covid e infortunio, la priorità è presentare Dries in forma al Mapei.
E allora, andiamo a battagliare: è quello che Gattuso ha detto e ripetuto ai suoi in occasione degli allenamenti di ieri e giovedì, ed è anche l’unica possibilità che il Napoli ha per provare a cancellare un periodo che dal 16 dicembre a oggi, e dunque dalla notte di San Siro in poi, racconta di tre sconfitte (Inter, Lazio, Spezia); un pareggio all’ultima, pericolosissima curva (Torino); e una sola vittoria (Cagliari). Quattro punti sui 15 disponibili: bottino estremamente scarno, non c’è che dire, ma domani con l’Udinese è ovvio che Rino si aspetti una reazione. Per l’ennesima volta dopo l’ennesima scossa. Facciamo anche dopo l’elettroshock di domenica: ha urlato, Gattuso, provando ad alimentare un fuoco che dovrà animare i suoi sia domani, sia mercoledì negli ottavi di Coppa Italia con l’Empoli e domenica prossima con la Fiorentina. Una trasferta in Friuli e due ravvicinate in serie al Maradona. Sì. Ma nessuno disdegnerebbe la benedizione della Mano de Dios sin da Udine: la vittoria è l’unica via d’uscita dal tunnel. Perché è di tunnel, che si tratta.