Anno nuovo, mercato nuovo. Chi aveva ancora negli occhi la faraonica campagna acquisti del Napoli nel gennaio 2020, oggi sarà certamente deluso. Al termine della sessione invernale del calciomercato, infatti, il club chiude con zero acquisti e ben 3 cessioni. Certo, Malcuit, Llorente e Milik al momento non hanno generato introiti, perché tutti cedui in prestito, ma nel caso del polacco, il Marsiglia eserciterà un obbligo di riscatto a 8 milioni più ulteriori bonus.
Nulla, invece, sul fronte acquisti, visto che il Napoli ripartirà da oggi con la stessa rosa (orfana dei tre ceduti in prestito) di dicembre 2020. Una scelta societaria che va in netta controtendenza rispetto allo scorso anno, quando De Laurentiis e Giuntoli furono i veri protagonisti del mercato di riparazione. 64,5 milioni sono stati spesi a gennaio 2020 per rinforzare la rosa e consentire a Gattuso – arrivato a gennaio 2019 – di poter conquistare un piazzamento utile per la Champions. Obiettivo fallito, certo, ma addolcito dalla vittoria a giugno della Coppa Italia nella finale contro la Juventus. Il mercato di gennaio 2020 era stato rivolto al presente e al futuro. Arrivarono subito alla corte di Gattuso i due centrocampisti centrali Lobotka e Demme, pagati rispettivamente a Celta Vigo e Lispia 20 e 10 milioni di euro. Poi 2,5 milioni di prestito con diritto di riscatto versati nelle casse dell’Inter per un esterno d’attacco come Politano. In ottica futura, invece, due investimenti a lungo termine come Petagna e Rrahmani lasciati entrambi fino alla fine della stagione a Ferrara e Verona, per poi fare rientro alla base nel mese di agosto (causa Covid e slittamento del campionato). Per assicurarsi Petagna e Rrahmani, il Napoli ha speso altri 32 milioni (17 per l’attaccante e 15 per il difensore).
Ma quello di gennaio 2021 è stato un mercato povero un po’ per tutti. Mandzukic al Milan, El Shaarawy alla Roma e Pellè al Parma i colpi a effetto, Mandragora al Torino e Musacchio alla Lazio quelli più funzionali ai progetti tecnici. A fare più rumore sono state certamente le cessioni di Gomez al Siviglia e lo scambio mancato tra Roma e Inter per Dzeko e Sanchez.