Ognuno segue la propria strada per il ritorno. Uno se ne sta a casa, benedicendo la palestra che realizzò un anno e mezzo fa nel garage e che è tornato a utilizzare come non faceva dai tempi del lockdown. L’altro è ad Anversa, nella clinica Move to cure, che continua a seguire la sua riabilitazione aggiornando ogni giorno lo staff medico del club, guidato dal dottor Canonico, sulle condizioni della caviglia. Le storie di Koulibaly e Mertens vengono seguite passo dopo passo dai tifosi del Napoli: perché gli impegni non danno tregua, perché c’è l’Europa League e c’è il campionato e non c’è respiro tra una gara e un’altra. Mertens si è preso un’altra settimana di riabilitazione belga: garantisce che quando tornerà sarà pienamente guarito e non avrà bisogno di altre cure. Se non quelle dello spirito. Ieri si è collegato con i compagni in ritiro per fare gli auguri qualche ora prima della semifinale di Coppa Italia. Avrebbe giocato anche zoppo questa gara, come d’altronde ha fatto con la Juventus in Supercoppa. È stata proprio la voglia di buttarsi nella mischia, di esserci, a provocare altri problemi alla caviglia sinistra. Fino allo stop e al ritorno in Belgio.
L’attaccante belga non ha ancora recuperato dal problema fisico riportato nella gara di campionato dello scorso dicembre contro l’Inter e già durante la scorsa settimana aveva raggiunto Anversa per sottoporsi a ulteriori esami e nuove cure. Il rientro di Mertens, che era previsto per ieri e poi era slittato a questo week end, si trascina per un’altra settimana. Un periodo di stop aggiuntivo che lo metterà sicuramente fuori causa per il big match di sabato prossimo in campionato contro la Juventus e per la trasferta a Granada in Europa League. Già durante le festività natalizie il calciatore aveva approfittato della sosta per recarsi in Belgio e recuperare dall’infortunio riportato il 16 dicembre. Al rientro però Mertens non è mai riuscito a recuperare la propria forma migliore, venendo spesso impiegato per brevi spezzoni di gara da Gattuso. L’ultima apparizione dell’attaccante azzurro risale alla gara di Coppa Italia contro lo Spezia del 28 gennaio (match al termine del quale era uscito dal campo con una vistosa fasciatura alla caviglia sinistra), prima di ritornare in patria per una nuova sosta che a questo punto si prolungherà ulteriormente.
Koulibaly è isolato nella propria abitazione. Anche il secondo tampone per la moglie è risultato negativo e questo è motivo di grande sollievo per il difensore. Il suo inseparabile compagno di disavventure, Ghoulam, vive le stesse ore di isolamento a poche decine di metri di distanza. Koulibaly ha davvero pochi sintomi se non un po’ di stanchezza. Per il resto né febbre né altro. Sicuramente non sintomi che gli impediscono di correre sul tappeto, usare la palestra e tentare di restare in forma in un periodo in cui era certo di poter dare una mano al Napoli per uscire da un momento sicuramente non positivo. Unica compagnia i continui collegamenti video con la sua squadra e con gli amici napoletani. Per lui il nuovo tampone è atteso per domani ed è difficile poter fare delle previsioni, visto che statisticamente tutti gli azzurri fino ad adesso positivi, si sono negativizzati dopo almeno 19 giorni. Che invidia per i recuperi record di Cuadrado e quello di Ibrahimovic. Diciamo che Koulibaly ha messo una data cerchiata di rosso: il 28 febbraio, il giorno del derby con il Benevento. Unica cosa certa, vuole farsi trovare prontissimo una volta che sarà guarito dal Covid-19. Tempi lunghi per Manolas, che ancora non poggia il piede a terra: riabilitazione che non può subire accelerazioni. Sarà emergenza per tutto febbraio. Un bel pasticcio per una squadra che sarà impegnata in un tour de force senza respiro.