Napoli, quel capa tosta di Lorenzo che ha voluto tirare il rigore


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Rendete a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio. E a Insigne quel che è di Insigne. Pur nella timorosa consapevolezza che a qualcuno l’utilizzo della celebre frase detta da Gesù e riportata nel Vangelo di Matteo possa apparire impudenza ammantata di blasfemia per commentare una partita di pallone, quando c’ vo’ c’ vo’.

E ieri ci voleva. Dopo una serie drammatica di partite funeste, infatti, ieri pomeriggio, contro ogni pronostico e con difesa e attacco dimezzati da Covid e infortuni, il Napoli ha vinto allo stadio Diego Armando Maradona contro la Juventus.

E più che il Napoli di Gattuso è stato il Napoli di Insigne. Quando, per restare in tema di eventi biblici, miracolosamente al Napoli viene concesso almeno uno dei due rigori provocati da altrettante gomitate di Chiellini, sul dischetto ci va proprio lui. Lorenzo. Il quale, dopo aver sbagliato quello decisivo della SuperCoppa, a sua volta intervenuto ad aumentare per l’attaccante napoletano il bottino di rigori sbagliati contro la Juve, non ha alcuna esitazione.

 

Non era facile non dico segnarlo, questo rigore, ma proprio decidersi di andare a tirarlo. Ci sono voluti, non necessariamente nell’ordine, coraggio, faccia e capa tosta, arroganza e freddezza. Tutte caratteristiche che finalmente hanno trasformato Insigne nel capitano del Napoli per eccellenza. Non era facile, si diceva. Eppure Lorenzo non ha avuto dubbi. Tocca riconoscergli allora delle qualità oggettivamente indiscutibili, non da ultimo quella di saper scegliere assai accuratamente i regali di San Valentino. Mo’, con quale faccia i fidanzati napoletani si presentano alle annammurate con fiori e ciucculatini quando lui alla moglie le ha portato una vittoria sulla Juve?

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_rigore_insigne_juve-5766144.html

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