Sono entrambi figli di un Mondiale, quello francese, che ha segnato la fine del secondo millennio e per tanto rappresentano una nuova era del calcio. Victor Osimhen e Kylian Mbappé sono nati entrambi nel dicembre 1998, ovvero qualche mese dopo le gesta eroiche di Zidane al Saint-Denis di Parigi, ma non per questo hanno perso l’occasione per restare ammaliati dal fascino del pallone. Mbappè ha appena 9 giorni più di Victor e le loro strade calcistiche si sono fin qui incrociate soltanto una volta: la scorsa stagione in Francia, quando il primo era il golden boy del Psg, campione del Mondo con la nazionale e stella indiscussa della generazione Z, mentre il secondo era un giovanotto arrivato dalla Nigeria via Germania e Belgio con tutta la voglia di diventare un campione di domani.
Le loro strade si sono separate in estate, quando Osimhen ha deciso di lasciare Lille e la Francia per sposare la causa del Napoli, il club giusto per provare a fare il definitivo salto di qualità. Impossibile che uno come lui non sia rimasto stregato dalle prestazioni monstre di Mbappè con la maglia del Psg. Da ultima quella di martedì sera al Camp Nou – non esattamente il giardinetto sotto casa – quando ha trascinato il club parigino nella rimonta di Champions contro il Barcellona. Avrà preso appunti, probabilmente, perché le caratteristiche del nigeriano non sono poi così diverse rispetto a quelle del coetaneo francese. Rapidità, corsa e fiuto del gol: Mbappè rappresenta il mix perfetto delle qualità in un giocatore solo, Osimhen, invece, ha ancora un enorme potenziale inespresso. A Napoli, da quando è arrivato, ha già fatto vedere qualcosa di buono, ma la sua crescita è stata bruscamente interrotta dall’infortunio alla spalla di novembre e al successivo Covid che lo ha tenuto ai box fino allo scorso 24 gennaio. A 100 giorni dallo stop (era il 13 novembre 2020), oggi Osimhen ha una voglia matta di dimostrare che il suo è soltanto un potenziale rimasto inespresso per cause di forza maggiore. Stasera, contro il Granada, ha l’occasione giusta per mettersi alle spalle questi mesi di sofferenze e stenti. Sarà lui a guidare l’attacco del Napoli (decimato dagli infortuni) e avrà il compito di scardinare la difesa spagnola a caccia di un gol che manca da novembre (in campionato contro il Bologna).
Il rapporto tra Osimhen e l’Europa League non è esattamente iniziato con il piede giusto visto che il nigeriano. Dopo l’oretta concessagli nella sconfitta all’esordio contro l’Az, il nigeriano si è fatto espellere dopo appena 29 minuti nella gara successiva contro la Real Sociedad. Da quel momento in poi non si sono avute più sue tracce in Europa, perché tra squalifica e infortuni non è più riuscito a mettere piede in campo. Lo rifarà proprio stasera, in una gara di andata delicatissima, perché non solo il Napoli è in piena emergenza in attacco (praticamente Victor è l’unica prima punta di ruolo a disposizione di Gattuso), ma conquistare un risultato positivo a Granada consentirebbe agli azzurri di poter far rifiatare qualcuno la settimana prossima nella sfida del Maradona. Una bella responsabilità per Osimhen, che a questo punto dovrà anche dimostrare di valere gli 80 milioni di euro investiti dal Napoli e versati nelle casse del Lille per aggiudicarselo in estate. È costato quasi la metà di Mbappé, che nell’estate 2017 è stato pagato quasi 150 milioni di euro dal Psg per portarlo via al Monaco, ma non per questo il valore di Osimhen è da considerarsi così inferiore, anzi. Il suo momento è arrivato: così come il coetaneo francese, che si è affermato proprio in una competizione europea (il suo exploit il 12 aprile 2017 con una doppietta in Champions all’andata dei quarti di finale contro il Borussia Dortmund), stasera Victor proverà a conquistare i riflettori.