Muriel fa a fettine il muro del Napoli che nei primi quarantacinque minuti è sembrato un inno alla solidità difensiva, una rivisitazione del catenaccio in chiave moderna. Poi però i dieci azzurri rimasti in piedi e sopravvissuti in questa via crucis senza fine di infortuni e accidenti di vario tipo, dopo aver fatto la migliore delle partite possibili visto come erano ridotti, sono crollati. Al suolo. Gli azzurri provano a contenere la freschezza dell’Atalanta e ci riescono per certi versi. Ma poi da solo nella sofferenza dei napoletani prende il sopravvento Muriel. Che prende per mano la squadra di Gasperini e la trascina alla vittoria.
5 MERET
Sul primo gol sembra non essere messo così bene, poi sembra anche colpevole sulla terza rete ma quando il pallone va all’incrocio che colpa può avere? Ma quando si prendono quattro gol non si può certo essere contenti per qualche smanacciata e per la tranquillità nel palleggio coi piedi.
5,5 DI LORENZO
Il giallo che becca dopo 5 minuti certifica che il duello con Gosens è di quelli che segnano una partita, anche perché Muriel staziona spesso dalle sue parti e diventa complesso tenere bene gli ormeggi. Tant’è che proprio da lì c’è il buco che porta al gol. E su Gosens è troppo largo e non riesce a chiudere lo spazio.
5 RRAHMANI
Intelligenti le coperture su Muriel, non sbaglia le scelte neppure sugli inserimenti di Pessina e Gosens. Poi anche lui è timido quando si tratta di aggredire le ripartenze nerazzurre e non può farsi mandare così in bambola da Muriel che quasi lo tratta come una ballerina. Peccato perché è in ripresa.
5 MAKSIMOVIC
Muriel gli gira al largo, è chiamato a spezzare la linea e non sbaglia le scelte anche sugli inserimenti atalantini, trovando sempre il giusto timing nel primo tempo. Poi le cose scricchiolano e lui non riesce davvero a mettere una pezza. Un muro che vacilla perché non si possono prendere 4 gol in questa maniera.
6 MARIO RUI
Non sempre Elmas gli fornisce le giuste coperture, Maehle si trova spesso aiutato di Zapata e le difficoltà sono tante, ma lui non va quasi mai di fioretto e rinvia spesso come un terzino dei vecchi tempi. Dovrebbe lui ostacolare Zapata sull’azione del gol e il colombiano se lo divora nello stacco di testa.
5,5 FABIAN RUIZ
Gioca da play aggiunto, cercando di tamponare anche le sortite offensive di Pessina, trovandosi spesso a fronteggiare anche le incursioni De Roon. Dopo un primo tempo di buon livello il crollo nella ripresa, perché non riesce a tenere il ritmo devastante dei centrocampisti nerazzurri.
4,5 BAKAYOKO
Il confronto con Freuler non è facile, si aggiunge che deve provare a seguire anche Pessina e la difficoltà è evidente anche se non demorde. Poi però perde palla su palla e una clamorosa che spezza le già fragili reni degli azzurri e li condanna a una gara che non può più essere recuperata.
6,5 POLITANO
Assist spettacolare per Zielinski, si muove tanto sulla verticale di destra, ma si trova spesso stretto tra Djimsiti e Gosens, nonostante una brutta situazione alla gamba destra, resta in campo e gioca una gara anche di sacrificio. Corre per tutto il campo, indemoniato. Salta l’uomo e ha sempre qualche idea.
6 ZIELINSKI
Gol splendido che dimostra che quando si ha il coraggio si fanno cose importanti. Inverte spesso la posizione con Fabian Ruiz per evitare di concedere punti di riferimento all’Atalanta in prima pressione, anche se agisce prevalentemente da trequartista. Non molla fino a che non esce.
5 ELMAS
Non c’è. Non salta un uomo. E fa fatica anche in fase di appoggio. Nei primi minuti si preoccupa più di dare sostegno a Mario Rui su Maehle e sulla spinta mancina di Zapata che spingere concretamente, seguendo le istruzioni di Gattuso, anche se i risultati non sono esaltanti. Ma è opaco in tutto ciò che fa.
5 OSIMHEN
Romero gli prende il tempo con una certa facilità nei primi minuti, l’unico sussulto del primo tempo è un colpo di spalla in area di rigore, con una palombella che Gollini mette in corner. Si sbatte e si batte, spesso con risultati deludenti. La grande paura per il colpo alla testa finale e i brividi che ancora non vanno via.
5 INSIGNE
Si divora il gol del 2-2 che Gollini gli respinge con i piedi. Ha mal di schiena e stringe i denti, fa quello che può e in realtà non è molto. Ci si aspetta che sia l’arma segreta, da gettare nella mischia per provare a rendere più insidiosa la manovra degli azzurri. Ma alla fine è timido e mai decisivo. Ed è un peccato.
sv KOULIBALY
Appena mette piede in campo arriva il gol di Romero proprio nel suo territorio di controllo. Poiché va tutto storto, dal momento in cui torna a giocare, non succede più nulla. Perché la partita è virtualmente conclusa proprio con quella disattenzione collettiva di un reparto che sembra una banda del buco.
sv GHOULAM
Due giorni dopo essere tornato negativo al Covid, rimette piede in campo. La ruggine è già la sua normalità, quindi non è che si possa pretendere chissà cosa dopo questi 15 giorni fermi al box. Prende il posto e la posizione di Mario Rui, l’emergenza è totale ed è giusto accelerare il suo rientro in campo.
sv LOBOTKA
Disastroso a Granada, non può che giocare una manciata di minuti giusto per consentire al povero Zielinski arrivato alla fine senza un briciolo di energia di andare a respirare. Non riesce mai a farsi notare, anche perché da quel momento la partita smette di essere stata una battaglia.
5,5 GATTUSO
Il mal di schiena di Insigne lo costringe a rivedere lo scacchiere disegnato: sempre 4-2-3-1, come aveva pensato, ma con Elmas vice Insigne piuttosto che sulla destra. Primo tempo da guerriglia urbana, con un catenaccio ordinato e poi nella ripresa gli azzurri stramazzano al suo, senza neppure un briciolo di energia. Fa quello che può, ovvero davvero poco. E torna così sul rogo.