Ritorno di fiamma con il Napoli? No: il suo contratto scadrà il 30 giugno
Adesso che il Napoli è rifiorito, ha ripreso vigore e la sua marcia in campionato verso un posto in Champions League è diventata una esaltante cavalcata scandita da giocate di qualità e scelte azzeccate, avrebbero voglia di andare in processione a Castel Volturno per convincere Rino Gattuso a restare. Sarebbe possibile? Se lo chiedono in tanti, gli scettici di qualche mese fa e i sostenitori del buon lavoro del tecnico calabrese svolto nei giorni più complicati, tra Covid, sfida con la Juve rinviata e assenze pesanti. Il motivo è elementare: sarebbe cosa buona e giusta, per la prossima stagione, conservare lo stesso staff tecnico, intervenire con pochi ritocchi sulla rosa e dare l’assalto al primato in assenza delle sfacciate sfortune che hanno decimato la rosa attuale (da Osimeh a Mertens e Koulibaly: tre pilastri dell’impalcatura napoletana) nei mesi passati. Chi ha avuto la fortuna di frequentare e conoscere Gattuso, prima da calciatore con scontri epici per qualche giudizio impietoso e poi da allenatore con quel dignitoso arrivederci spedito a Leonardo e Maldini con un anno di contratto in tasca, ne può anticipare i comportamenti.
Il nodo da sciogliere è il seguente: Gattuso ha speso la sua parola d’onore con qualcuno, per esempio con Rocco Commisso della Fiorentina come le cronache di calcio-mercato rilanciano da qualche tempo? La risposta è no. Probabilmente perché i piani tecnici del club viola e le caratteristiche dell’attuale rosa non gli consentirebbero di realizzare quel tipo di calcio che è poi la sua fissa, la costruzione da dietro.
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