In attesa del recupero del centrocampista del Napoli, ecco i piani del tecnico azzurro per ridisegnare la mediana
Come (ri)costruire un centrocampo che sia di qualità indiscutibile, piedi e cervello, e che possa consentire di non alterare di se stesso neppure il valore: e il problema, che non è di facile soluzione, rimane inchiodato tra i pensieri sparsi del Napoli che osserva dentro se stesso ma anche intorno. Servirà una scelta, complessa e anche coraggiosa, per lanciarsi nel futuro, e bisognerà scrutare nel ginocchio appena risistemato di Diego Demme, nei suoi tempi di recupero: poi, un’occhiata al bilancio, una al mercato e l’ennesima all’organico, dove pure qualcosa vibra, tecnicamente.
I tempi sono cambiati, ora le follie sono proibite e anche bandite, e poi qua non hanno mai speso per il gusto di farlo: l’importante, stavolta, sarà evitare di esagerare. Fosse stato un tempo migliore, Cristiano Giuntoli avrebbe tentato uno scatto in avanti, pescando tra i flussi del passato: Sander Berge (23) è ancora un ragazzino, lo dice la carta d’identità, e due anni fa fu seriamente vicino al Napoli, al termine di una doppia sfida con il Genk. Ci furono manovre di avvicinamento societario, esposizioni in privato su prezzi, offerte, richieste e modalità di pagamento. Poi – come capita – non se ne fece niente e le sterline dello Sheffield United valsero di più per rimettere le cose a posto e tacitare il mercato in salsa partenopea. Ora che dal Napoli è uscito Bakayoko, portandosi ovviamente con sè tutti i centimetri che a Spalletti potrebbero far comodo, e che Demme è costretto a starsene per un bel po’ distante dalla mediana, Berge avrebbe il fisico e la personalità giusta per infilarsi in un settore che è abbondante ma non troppo.
Ma il Napoli riflette anche su se stesso e su Gianluca Gaetano, che a Cremona ha messo assieme trentasei presenze (e segnato anche sette gol che certo non fanno male), in condizioni tattiche diverse ma con una versatilità capace di incuriosire: ventuno anni non sono ormai pochi, a un certo punto si smette di essere ragazzi, e in quel talento che è stato cresciuto prima in casa e poi in giro, si nasconde un’idea da verificare, attraverso una full immersion che spingerà a comprenderne la praticabilità. Gaetano è altro, ma ha un’«educazione» calcistica rilevante, può avere la possibilità di essere arricchito ulteriormente con esperienza in B (la Cremonese chiama di nuovo) oppure di restare per giocarsela, se Spalletti dovesse intravedere in lui i margini di miglioramento per farne un centrocampista completo, lanciato da Ancelotti in Champions per sedici emozionanti minuti in Napoli-Genk: già quella sera, giocava «contro» Berge, e nessuno dei due avrebbe scoperto che, inconsapevolmente, avrebbero poi continuato a farlo a distanza di due anni circa.
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