Ospina El Patron azzurro la porta sempre più sua


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Sempre più El Patron del Napoli, Ospina è intoccabile. Spalletti non ha avuto dubbi alla vigilia della partita con il Torino, anche se il portiere era rientrato dalla Colombia poche ore prima della gara. «Ho già deciso», aveva detto in conferenza stampa a Castel Volturno. Aveva cioè deciso di riconfermare Ospina – soprannominato El Patron perché fan della omonima serie televisiva dedicata a Pablo Escobar, il boss del narcotraffico – e di lasciare in panchina Meret, costretto a vivere questa situazione nel Napoli come in Nazionale. Alex ha vinto l’Europeo senza giocare un minuto perché, quando è stato il caso di far tirare il fiato a Donnarumma, il ct Mancini ha schierato il più esperto Sirigu. Nelle quattro stagioni azzurre Meret e Ospina, arrivati contemporaneamente nell’estate 2018, quella del passaggio di consegne da Sarri ad Ancelotti, si sono quasi equamente divisi la porta del Napoli: 81 presenze per il friulano e 77 per il colombiano tra campionato e coppe. Ma Spalletti, come il suo predecessore Gattuso, non ha dubbi nelle gerarchie: prima Ospina e poi Meret.

Al di là dell’aspetto tecnico, ovvero della migliore capacità di giocare il pallone con i piedi, El Patron ha più esperienza e dà più sicurezza al reparto. Alex non è ovviamente aiutato sul piano mentale da quello che non è più un ballottaggio perché adesso è chiaro che nel Napoli ci sono un primo e un secondo portiere: dopo le rassicurazioni fornite dai dirigenti sugli spazi che si sarebbero ampliati in questa stagione non è facile affrontare una situazione che può avere anche un riflesso sul futuro, come ha fatto capire il procuratore Federico Pastorello a proposito del rinnovo del contratto (scade nel 2023). Quello di Ospina, invece, termina nel 2022, anno in cui dovrebbero teoricamente separarsi dal Napoli anche Insigne e Mertens, oltre che Ghoulam (ma il club sta pensando di prolungare l’intesa con l’algerino).

Entrato nella storia del calcio colombiano durante l’ultima Copa America (è il calciatore con più presenze nella squadra dei Cafeteros, 119 per ora), David potrebbe decidere di tornare a casa perché vive lontano dalla famiglia dal 2008, quando si trasferì a Nizza. Poi le tappe a Londra (Arsenal) e Napoli. Smettere con il calcio no, ci mancherebbe. A 33 anni un portiere è nel momento migliore della carriera e poi c’è l’obiettivo del Mondiale 2024 Ospina vuole continuare ad essere protagonista su un campo, chissà se ancora su quello del Maradona, dove continua a raccogliere applausi.

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/ospina_napoli_colombia-6264636.html

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