C’è un lato nero nella bellissima storia di Fabio Quagliarella, 38 anni, il bomber di Castellammare di Stabia, 230 gol in 672 partite giocate in tutte categorie. È un lato nero non per colpa di questo ragazzo che nel 2009 aveva coronato il sogno di indossare la maglia del Napoli, a cui fu costretto a rinunciare soltanto un anno dopo proprio per quella storia. Una brutta storia di stalking da parte di un ex agente della Polizia Postale che nel 2017 è stato condannato a quattro anni e otto mesi. E quel giorno, nel tribunale di Torre Annunziata, è finito un incubo per Fabio, per la sua famiglia, per i suoi amici, per i suoi tifosi. Quelli del Napoli gli chiesero scusa quando tornò al San Paolo con applausi, cori e striscioni.
Fabio era andato via dal Napoli – la sua squadra del cuore – nell’estate 2010 perché anche in sede erano arrivate lettere anonime in cui si scriveva che l’attaccante era legato ad ambienti camorristici e partecipava a festini con minorenni. De Laurentiis lo aveva obbligato a vivere nell’albergo di Castel Volturno perché voleva tenerlo isolato e concentrato. Poi decise di cederlo alla Juve e a Napoli scoppiò la rivolta contro Fabio. Traditore l’aggettivo più tenero.
Quella storia assurda, così lontana dai campi di calcio, è raccontata in un docu-film che sarà presentato in anteprima lunedì 25 ottobre a Genova, alla presenza dei giocatori della Sampdoria, l’attuale squadra di Quagliarella. È l’instant movie Quagliarella – The Untold Truth (Quagliarella la verità nascosta) documentario di Mola TV creato da Goffredo d’Onofrio e diretto dal regista Giuseppe Garau. La pellicola, dalla durata di novanta minuti, racconta proprio quell’anno vissuto a Napoli, dove uno stalker cominciò a perseguitarlo con minacce e lettere minatorie. Tra i personaggi intervistati c’è il padre di Fabio, Vittorio, che racconterà quei mesi drammatici e della paura che il figlio potesse essere vittima di un agguato.