«ZorrOsimhen è tornato», esplode di gioia il web dopo Venezia-Napoli. Una festa perché stavolta gli azzurri non si sono fatti sfuggire l’occasione e hanno riagganciato il Milan al secondo posto, a un solo passo dall’Inter. Un weekend magico per i napoletani, con il derby che ha posto uno stop ai nerazzurri e persino Sanremo che ha visto trionfare Ghoulam e Demme – molti hanno notato la somiglianza con Mahmood e Blanco – e il web si è scatenato anche così. Ed ora quel discorso scudetto che torna vivo, perché in fondo il Napoli, nonostante tutto, è lì. E allora i Brividi sanremesi non sembrano più un caso. Ora bisogna crederci.
Il successo in Laguna avvicina il sogno. Un pomeriggio che ha visto protagonista l’attaccante mascherato tornato finalmente alla carica e pronto ad aprire il match, ma anche il collega Petagna, subentrato solo nei minuti finali ma che quando viene chiamato in causa si fa trovare pronto a risolvere i problemi firmando il 2-0 al 100’. «Avere il lusso di avere un attaccante così in panchina non è roba da tutti», nota qualcuno. Ma fra i grandi della gara anche Lobotka, ancora una volta quasi impeccabile, mentre i social applaudono i centrali difensivi che chiudono la giornata con un altro cleen sheet.
Tuttavia non è stata una partita dai ritmi intensi. Affatto. Anzi il primo tempo è stato quasi soporifero con il Napoli che ha tenuto il terreno e il possesso palla, rubando probabilmente l’idea a Zanetti che con la mossa di schierare tre attaccanti forse sperava di tenere gli azzurri bassi. Una teoria che non ha trovato prova nei fatti però, visto che anche col risparmio energetico la differenza tecnica degli ospiti si è vista.
Il possesso palla dei ragazzi di Luciano Spalletti però sembrava fine a sé stesso per buona parte della gara. Hanno governato sì la partita, ma solo fino al limite dell’area del Venezia. Poi, quando si arrivava li davanti alla porta, mancava sempre il colpo di genio risolutivo. Li dove alcuni uomini illustri avrebbero potuto fare la differenza, come Zielinski, Fabian, Politano, Insigne. E invece solo tiri verso Osimhen, che spesso non aveva la traiettoria libera e nella migliore delle opportunità del primo tempo è riuscito a trovare solo il palo. L’ennesimo legno del Napoli, pronto a farne collezione. «Se si giocasse a beccare pali e traverse non ce ne sarebbe per nessuno», ironizza qualcuno sul web. E mica è facile, ma per gli azzurri forse sì.
Poco da parte del Venezia, forse una parata al 50’ per Ospina, non troppo preoccupato. Eppure dopo la vittoria del Cagliari con l’Atalanta molti si aspettavano una gara più aggressiva da parte di coloro che hanno dato del filo da torcere anche ai primi in classifica. Ma questa volta tradite le ardimentose aspettative e nessuna grossa sensazione di pericolo fra le fila dei napoletani.
Dal campo invece la risposta silenziosa a quei beceri cori razzisti. E qualcuno continua sui social: «Tifosi veneti che invocano il Vesuvio. E niente, l’umidità gli è andata al cervello»; «La loro città sprofonda sempre più e loro cantano lavali col fuoco»; «Ma tanto ha parlato il Moro di Venezia… giocando», si legge.
Zanetti intanto ci ha provato: cambi in cerca di voglia, freschezza, grinta. Ma i padroni di casa sono apparsi solo più sbilanciati e corti aprendo le porte al secondo gol del Napoli nel recupero che sembrava quasi un secondo tempo supplementare, giustificato da una dolorosa capocciata tra Bouehi (espulso nel finale per un attentato alla caviglia di Mertens) e l’arbitro Mariani, con conseguenze lievi per entrambi, per fortuna.
E Spalletti dopo il triplice fischio gongola – non gondola – ed è pronto a prepararsi per le giornate toste che arriveranno. Ma ci saranno i rinforzi di Koulibaly ed Anguissa di rientro dalla Coppa d’Africa, e non è roba da poco. Superato il momento difficile, bisognerà tener saldi i nervi e reggere anche psicologicamente le sfide e le aspettative di una piazza che sogna. E non una piazza qualunque. Qualche napoletano riprende ancora Sanremo per dare forza alla sua squadra: «Stai andando forte, apri tutte le porte… anche quella che porta alla vetta della Serie A».