«La felicità è una via di fuga». Così dice uno dei protagonisti della serie tv Undone e tiene assolutamente ragione e però, dopo una settimana passata a parlare di Cristiano Ronaldo, del suo eventuale innesto al Napoli, dell’aumento delle vendite delle magliette e del balzo in avanti epocale del marketing azzurro, pure un pareggio in trasferta contro la Fiorentina va bene come exit strategy per smetterla di discutere di fantasie e tornare finalmente, coi tacchetti ben piantati a terra, a pensare al campo.
Al primo test stagionale serio, infatti, con un avversario sicuramente più impegnativo di Verona e Monza, gli uomini di Spalletti non si squagliano come neve al sole ma come un gelato di Mennella in un pomeriggio napoletano di agosto sì.
A tenere tengono, in quella che ormai è diventata un’arena ostile in cui difendere i colori azzurri, coi civilissimi tifosi viola impegnati il momento prima a ricordare Astori e il momento dopo a invocare il Vesuvio ma è chiaro che a Spalletti serviranno tempo e pazienza per mettere a posto tutti i pezzi del puzzle e trovare l’undici migliore per affrontare coppe e campionato.
In tutta questa incertezza, però, un punto fermo c’è e si chiama Raspadori. Il suo ingresso in campo risveglia speranze e coscienze e probabilmente è anche grazie a lui e alla sua verve se invece di perderne tre il Napoli torna a casa con un punto e non a mani vacanti. E guardando a quanto fatto dalle altre nello stesso turno, la parola d’ordine deve necessariamente essere ottimismo.
Del resto la scorsa stagione ce lo ha insegnato: non serve a niente essere primi per buona parte del campionato se poi a maggio si fa la fine dei track a muro…