La notte di Napoli-Liverpool è ancora chiaramente negli occhi di Paolo Di Canio. L’ex attaccante ha giocato anche in Premier e conosce bene ritmi e umori del calcio inglese. Eppure è il primo a sapere che la Champions League può essere tutta un’altra cosa. Oggi, che commenta le gare per Sky Sport (che trasmette la Champions League 2022-2023 anche in streaming su Now), Di Canio prova a dare una lettura più fretta e accorta alla strepitosa prestazione degli azzurri.
Cosa può rappresentare la vittoria sul Liverpool?
«La conferma di quanto di buono stia facendo Spalletti. Non voglio esagerare ma si può dire tranquillamente che questo Napoli non deve porsi limiti».
In quali ambiti?
«Tutti. Dal campionato alla Champions League».
Allora andiamo con ordine e partiamo dalla coppa.
«Il Napoli ha tutto e fa un calcio internazionale: per questo può giocarsela con tutte per superare il girone che è difficile, ma non impossibile».
La vittoria col Liverpool cosa può dare a livello mentale?
«È importante a prescindere dal momento che sta vivendo il Liverpool, perché i Reds sono campioni. E contro di loro il Napoli non solo ha vinto, ma li hai massacrati. Questo tipo di risultati ti da una carica enorme».
Come si gestisce?
«Se sono bravi e l’ambiente aiuta a capire che ora bisogna ributtarsi sul campionato, la strada può essere spianata. Partite come quella col Liverpool ti possono togliere qualcosa a livello psicofisico perché i giocatori non sono macchine perfette e sono giovani. L’importante sarà gestire gli eventuali momenti di difficoltà».
Cosa fare in quel caso?
«Affidarsi alla bravura di Spalletti che deve far capire quanto importante sia stato il lavoro per arrivare a quel risultato. Deve spiegare ai ragazzi che devono ripetersi anche contro le squadre piccole. Ecco, se riescono a fare questo scatto mentale vedremo sempre questo calcio meraviglioso».
Lei si aspettava un risultato così?
«Il Liverpool non sta vivendo un momento di grazia, ma resta pur sempre il Liverpool. Ecco perché va dato merito a Spalletti di aver dato un’identità meravigliosa alla sua squadra».
A cosa si riferisce?
«Erano tutti titubanti dopo gli addio dei leader come Koulibaly, Insigne e Mertens, ma ora i sostituti hanno già dimostrato di essere diventati uomini chiave».
Ovvero?
«Kim veniva dal campionato turco e doveva adattarsi. Qualcuno aveva dubbi sulla sua capacità di prendere il posto di Kalidou, e per ora sembra sta dimostrando il suo valore assoluto».
Ma non solo…
«Kvara ha l’argento vivo addosso. Ha fame in tutti i momenti. È un ragazzo con una qualità estrema. Onore al Napoli che ha avuto il coraggio di puntare forte su di lui e andarselo a prendere prima di tutti. E poi capisco anche la gestione di Spalletti. Non vuole caricarlo troppo di responsabilità».
L’uomo chiave col Liverpool?
«Zielinski. Quando gioca così è da Liverpool o da qualunque squadra internazionale».
Però?
«In certe partite si rigira 20 volte su se stesso e perde tempo. Se invece sta così come lo abbiamo visto mercoledì sera è fantastico. E come lui anche Anguissa».
Ci dica.
«Se gioca con tempo e spazio è fortissimo. Ma spesso vuole fare delle cose rischiose al limite dell’area».
Lei conosce bene il mondo della Premier: cosa ci si deve aspettare da Ndomble che resta ancora un oggetto semimisterioso.
«Dico solo una cosa: se Spalletti fa il miracolo con lui mi levo il cappello e gli faccio i complimenti».
Addirittura?
«Per abitudine questo ragazzo non ha voglia di sacrificarsi senza palla. Non è un regista e al massimo può giocare mezzala che diventa trequartista. Non mi aspetto che Luciano lo faccia camminare sulle acque, ma se almeno lo facesse nuotare sarebbe un successo clamoroso».