Jorginho torna e suona la carica: «Grandi anche in Champions»


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Castel Volturno. La bussola: strumento per l’individuazione dei punti cardinali ai fini dell’orientamento. Ecco, Jorginho è questo nel Napoli, la bussola, colui che con le sue giocate orienta al meglio il gioco degli azzurri. Il playmaker che non trova spazio nell’Italia di Ventura è invece indispensabile nel Napoli di Sarri: la sua nazionale è il Napoli e il suo palcoscenico internazionale è la Champions League. Era in sala conferenze prima del Benfica ed è di nuovo qui prima del Feyenoord. «Non me lo ricordo», sorride. Quella partita invece la ricorderà bene, il Napoli per un’ora regalò una serata di grande calcio: stasera al San Paolo ci vorrà una partita del genere per cancellare l’esordio nero in Ucraina contro lo Shakhtar, serata in cui Jorginho non c’era. Il suo messaggio è chiaro, il campionato non vale più della Champions, assolutamente no. «Ogni partita è la stessa per noi, anche un’amichevole del giovedì».

Il primo pensiero è per Milik, lo sfortunatissimo compagno che a distanza di un anno si è rotto di nuovo il ginocchio. «Ci siamo rimasti male, purtroppo è successo: questo ci darà ancora più motivazioni per giocare per lui e per potergli dedicare la vittoria». Un’assenza importante ma Jorginho sottolinea l’affidabilità del gruppo. «Ci mancherà certamente ma è importante avere un gruppo come quello di quest’anno con tante possibilità».

Una partita già decisiva per il Napoli, un appuntamento da non poter fallire. «Non credo che sentiamo la pressione, siamo sereni, tranquilli e fiduciosi per quello che stiamo facendo». Al terzo anno con Sarri ora è al top. «Si può sempre migliorare, non credo di aver raggiunto il massimo: sto lavorando tanto per crescere ancora». La visione di gioco l’ha sempre avuta, come la qualità nei passaggi, la sua presenza in fase di costruzione si è sempre sentita: adesso però è migliorato tanto anche in fase difensiva, soprattutto è più consistente nei contrasti perché è cresciuto anche come struttura fisica, l’effetto di un lavoro specifico. «Sto lavorando più tempo in palestra già da un po’ e credo che i risultati si vedano in partita e negli allenamenti».

Jorginho è anche il rigorista con Mertens, impeccabile dal dischetto, i rigori li calcia con grande freddezza. «No, non lo guardo il portiere, decido dove calciare e basta». L’esordio stagionale in Champions al San Paolo, dopo il preliminare contro il Nizza, non è previsto il pubblico delle grandi occasioni, intorno ai ventimila gli spettatori. «Cercheremo di giocare bene e di far divertire i nostri tifosi. La strada migliore per vincere è sempre quella di giocare bene, però è anche vero che una partita come quella contro la Spal due anni fa non l’avremmo vinta: si tratta di cose importanti perché danno più convinzioni e motivazioni».

L’italo-brasiliano detta i tempi, il regista di un calcio d’altri tempi, ora il playmaker di un centrocampo a tre, un giocatore di qualità ma che sa bene che per vincere ci vuole innanzitutto tanto carattere. «Quest’anno è aumentata la voglia di portare a casa il risultato anche nei momenti di difficoltà e credo che la convinzione di tutta la squadra di vincere sia cresciuta». 

Jorginho giocherà dal primo minuto, una delle novità rispetto a Ferrara contro la Spal: torna a centrocampo insieme a Allan. In difesa si rivedrà lo spagnolo Albiol in coppia con Koulibaly: stasera contro il Feyenoord il Napoli dei titolarissimi, quello del gruppo storico, la squadra che Sarri ha proposto nella doppia sfida contro il Nizza, quella che questa Champions se l’è conquistata. Un Napoli che partita dopo partita affina sempre di più i meccanismi di gioco di Sarri. «Ogni anno lavorando insieme ci si conosce sempre meglio e si cercano di limitare ancora di più gli errori».

From: Il Mattino.

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