L’amministratore delegato del Milan si confessa in un’intervista al ‘Guerin Sportivo’: «Così faremo tornare di nuovo grande il Milan»
ROMA – Tempi di primi bilanci per Marco Fassone, amministratore delegato del nuovo Milan cinese e unico dirigente ad aver lavorato per quattro dei principali club italiani: «Le mie esperienze professionali – ha raccontato il dirigente rossonero in esclusiva al ‘Guerin Sportivo‘ di cui riportiamo i passaggi più significativi- sono state diverse tra di loro come responsabilità, ma sono state tutte formative e interessanti. La Juve è la società più strutturata e la più aziendale. Ci sono arrivato dall’industria alimentare e soprattutto per questo non è stato traumatico entrarci. Il Napoli è un club padronale perché ha un proprietario che decide e determina, ma è stato abile a calarsi nella realtà e a dotarsi di una struttura molto snella ed efficiente. L’Inter… è l’Inter, una società che ha sempre avuto bisogno di un uomo forte in panchina, da Roberto (Mancini, ndr) a Mourinho. Ha un’anima naif, come una bella donna un po’ disorganizzata, come l’ha definita Moratti. Ora ha trovato un uomo forte come Spalletti e sta andando bene». (…)
MILAN – In quanto al Milan i semi sono stati piantati, con un mercato faraonico e ambizioso che ha letteralmente stravolto la rosa con undici nuovi arrivi e un esborso – tra investimenti per i cartellini, bonus e soldi per il prestito di quasi 230 milioni di euro (in Europa solo il Psg ha fatto di più): «Nelle altre società dove ho lavorato in precedenza avevo sempre una “rete di protezione” perché, bene o male, c’erano altre persone che avevano l’ultima parola nel processo decisionale (…). Qui al Milan invece la proprietà demanda tutto al management e quindi il compito di decidere spetta a me. Sono di fronte a una specie di “O vinco o perdo” che però è stimolante (…)».
CHAMPIONS – Fassone spiega poi quanto peso abbia nelle strategie rossonere un piazzamento per la prossima Champions League: «Non è un mistero che il grosso investimento fatto da Yonghong Li nel Milan sarebbe decisamente più al sicuro con l’aumento del fatturato, un obiettivo da raggiungere sia individuando nuovi partner sul mercato cinese sia incamerando i proventi che la Uefa garantisce a chi parteciperà alla rinnovata. Non andarci non sarebbe un dramma perché alla Uefa ho presentato anche dei piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe… positivo (sorride, ndr) e ci consentirebbe di non dover pensare alla cessione di un giocatore».
SCUDETTO – Lo scudetto invece, almeno per il momento, sembra affare per altri anche se c’è piena fiducia nel lavoro del tecnico: «Juventus e Napoli sono più forti delle altre e la nostra corsa per entrare nelle prime quattro la dobbiamo fare su Roma, Inter e Lazio (…) Montella è un grande allenatore. Lo avremmo confermato anche se la passata stagione non avesse raggiunto la qualificazione all’Europa League e gli riconosciamo straordinarie doti di gestione del gruppo». Altri due punti fermi naturalmente sono Donnarumma e Bonucci:«È stato importante che Gigio abbia sposato il nostro progetto. Averlo con noi, convinto degli obiettivi che vogliamo raggiungere, è importante. Peccato che Raiola non la pensi come lui, ma per noi è fondamentale avere soprattutto Donnarumma dalla nostra parte. Bonucci? Leo è una sicurezza e una garanzia (…). E’ un vero leader».
From: Corriere Dello Sport.