Per mezz’ora è un trionfo di rette, parallele, bisettrici e diagonali. di palla a terra che fila sul prato del San Paolo. Un ritmo esaltante, per il Napoli. Poi esce Ghoulam e il Manchester comincia a colpire sul fianco molle della difesa a quattro. Il City ha pazienza, attende il calo e colpisce con la sua qualità. Il Napoli non si arrende mai ed esce a testa altissima.
5,5 Reina
Per quasi trenta minuti, ci si accorge di lui solo per quella maglia arancione che dà nell’occhio anche quando cala la notte. Ora si fa fatica a trovare un suo errore specifico nelle occasioni dei quattro gol, forse resta troppo statico sulla linea a voler cercare il pelo dell’uovo sul gol di Otamendi. Nessuna prodezza. Raccoglie quattro palloni nella sua rete: non succedeva dalla notte dei tempi.
5 Hysaj
Otamendi lo sovrasta di mezzo metro in occasione del gol. Ritrovatosi dirottato sulla sinistra quando è costretto a prendere il posto di Ghoulam, fa fatica ad adattarsi al piede e alla corsa. Ovvio, ci mette tutto quello che ha, ma avendo perduto le sue certezze, vengono meno anche le sue scorribande. Sterling e Fernandinho, non a caso, diventano i più pericoloso.
6 Albiol
C’è il Kun Aguero non è un compito semplice perché l’argentino sa essere velenoso come una vipera anche in notti come questa in cui sembra in catalessi. Ordinato, con le corse giuste e al momento giusto. Nel corpo a corpo se la cava meglio di Koulibaly: i gol arrivano di testa e sul secondo di Stones forse non è esente da responsabilità. Conquista il rigore e non è poco.
5,5 Koulibaly
Fa più di un intervento importante, certo, ma in certi momenti appare confusionario e persino sbadato. Non sempre attentissimo, vacilla su qualche incursione in cui Sané lo punta anche se non lo salta. Nella ripresa cresce non di poco e sbroglia alcune situazione assai pericolose: deve giocare d’anticipo e spesso ci riesce.
6,5 Ghoulam
Si fa male dopo l’ennesimo scatto dopo poco meno di mezz’ora ed è una perdita pesantissima perché da quel momento in poi nessun terzino dà più sostegno alla manovra offensiva brillante e avvolgente degli azzurri. E non è un caso se il Napoli cala. Fino a quel momento Danilo quasi mai riesce e prendergli le misure quando spinge il pedale. Una spina nel fianco.
6 Allan
Col suo fisico e la sua posizione è l’uomo in più nel primo tempo che serve a Sarri per blindare gli spazi davanti all’area. Probabilmente avrebbe dovuto coprire lui la zona centrale del campo durante l’incursione di Hamsik che ha dato via libera al contropiede che ha portato al 3-2. Ha lo spirito del guerriero e la gente per questo va matta di lui.
6,5 Jorginho
Fa un lavoro stellare all’inizio su De Bruyne su cui di prende una bella rivincita dopo la partita dell’andata. Il belga poi registra la posizione: il brasiliano ha entusiasmo, e spesso riesce persino a prendere in velocità il regista del City e anche Fernandinho. Non si tira indietro quando c’è da calciare il rigore: è freddo e preciso e spiazza Ederson. Una serata da leone.
5,5 Hamsik
Cala nel secondo tempo quando combina il guaio di perdere palla al limite dell’area del Manchester City e in altre circostanze in uscita. Errori gravi. Però nel primo tempo è geniale, mettendo in mostra il suo repertorio di giocate di prima o il lancio in verticale a seconda dei casi. Per quasi un’ora è sempre in controllo di sé e degli avversari. Cala come fanno gli altri.
5,5 Callejon
Duello di enorme dinamismo con Delph motivo per cui spesso si accentra alle spalle di Mertens nel tentativo di cercare più spazi. Ha sul piede l’occasione per il 3-2 che quasi mai fallisce ma ieri sera non era al massimo. Poi il calcio è spietato e nel ribaltamento arriva il gol del sorpasso inglese. Aveva il compito di pressare Sané e il secondo di ispirare Mertens.
5,5 Mertens
Egoista, al 12′, quando invece di calciare avrebbe dovuto ridare la palla ad Hamsik. Accarezza l’erba col suo passo trottorellante e senza soste per lunghi tratti del primo tempo, ma le gare di calcio durano un’ora e mezza. Illumina Insigne con la sua sapienza e il fantasutoc assist che mette Lorenzo davanti alla porta. Poi anche lui va in affanno e non si rialza più
8 Insigne
I suoi strappi sono micidiali, i suoi recuperi anche di 50 metri sono roba da cronometrare. In alcuni suoi slalom Stones e Otamendi sembrano delle specie di birilli. Fa lui le cose più belle della serata: il gol-capolavoro che illude il Napoli e la traversa su un tiro potentissimo. Gioca a tratti da fenomeno e da dominatori. Ultimo ad arrendersi in una prova di carattere assoluto.
5 Maggio
Dirada le discese, perché dal suo lato c’è Sané e non è questa la partita che ha nelle sue corde. Inutile attendersi da lui delle puntate offensive, forse con la sua esperienza avrebbe potuto «abbattere» la ripartenza del Manchester City che ha mandato ko il Napoli e chiuso la partita. Poteva dare di più, come ha fatto in altre partite.
6 Rog
Il posto di Allan non è quello suo. Nel senso che tra i due c’è enorme differenza. Entra per dare fiato al brasiliano, ma anche perché in quel momento c’era bisogno della sua spregiudicatezza. Lui ha piede di velluto e se c’è da spingere lo fa. Ma la squadra si sbilancia, perché poi la fase passiva non è quella che predilige.
sv Ounas
Dieci minuti che gli servono in particolare a respirare l’aria delle grandi notte. Non si vede molto, non fa danni ma tanto la partita aveva già preso il suo binario e il Napoli era praticamente già in ginocchio. Deve giocare per più tempo e probabilmente è arrivato il momento che inizi una partita da titolare
6 Sarri.
Deve essersi consolato a vedere la squadra di Guardiola costretta a indietreggiare persino con la palla tra i piedi. Ederson, nel primo tempo, tocca di sicuro più palloni di Aguero. Per lungo tempo sono sei gli uomini che Sarri porta in pressing nella metà campo del City. Impossibile tenere a lungo quell’atteggiamento. Infatti, da un certo punto il ritmo si abbassa e cresce il Manchester City che segna di testa, proprio come fece qui anche il Real Madrid. Non è solo un caso. Il contropiede con cui poi Aguero segna la terza rete è di imbarazzante ingenuità. Sarri voleva portare Guardiola nell’acqua alta. Ci è riuscito, ma ha dimenticato che Pep sapeva nuotare.
From: Il Mattino.