I numeri vanno oltre le sensazioni. Che il Napoli fosse stanco, o
poco brillante, era risaputo nonostante le dichiarazioni di
facciata del proprio allenatore. Ma le statistiche non dicono bugie
e una su tutte certifica la crisi di astinenza: per la terza volta
in questo campionato la capolista non segna, era già
accaduto contro Inter e Chievo. Per la seconda gara consecutiva i
tre attaccanti sono rimasti a secco, a Udine ci aveva pensato
Jorginho con quel mezzo rigore sbagliato. E ancora: dei 35 gol
realizzati, ben 25 sono stati segnati nelle prime sette giornate,
appena dieci nelle ultime otto. Inutile nascondersi, il problema
è tutto qui, nelle difficoltà che sta incontrando il
tridente.
La questione tattica fa la sua parte. Il Napoli va in tilt quando
trova avversari che piazzano il cosiddetto pullman fuori l’area
di rigore, non si è vergognata di farlo la Juventus che dopo
il vantaggio di Higuain s’è limitata a contenere e a
pungere in contropiede. L’uomo in più a centrocampo si
fa sentire, a cinque si piazzò l’Inter sulla linea
mediana, altrettanto fece il Chievo, linea a quattro per la
Juventus, diventavano cinque con l’arretramento di Douglas
Costa. In questi casi, ovviamente, si aggira il blocco andando
sulle fasce, dove però Callejon non s’è mai visto
e dove Insigne era puntualmente raddoppiato, comunque tenuto
lontano da Buffon. Di verticalizzazioni profonde e incisive manco a
parlare, perché in difesa i bianconeri non sono polli e
hanno il doppio della fisicità rispetto a Mertens, mai in
partita.
From: Il Mattino.