Napoli, è il momento del turnover: perché i top player devono riposare


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Napoli ko dopo oltre nove mesi, il primato che vacilla pericolosamente perché la Juve ha vinto con Higuain core ‘ngrato (ed è ora è a -1) e l’Inter è in agguato. Gli azzurri non sono stati belli e impetuosi e hanno sprecato la chance di allungare sui bianconeri, che per 75’ non hanno fatto altro che difendersi. Ma contro avversari sterili.

Bersaglio degli ex tifosi innamorati, Higuain ha colpito dopo dodici minuti, quinto gol in cinque gare da ex. Disastroso l’allineamento difensivo del Napoli, scoperto il lato sinistro là dove a inizio partita il Pipita aveva avuto spazio ed era stato fermato dal provvidenziale Reina, unico fuoriclasse azzurro della serata. Un campione come l’argentino sa approfittare delle sbavature avversarie e quell’occasione, con Mario Rui in affannosa rincorsa e Koulibaly spiazzato, è stata fin troppo ghiotta per non sfruttarla. Il campione ha poi lasciato spazio all’uomo piccolo che in effetti è, allo show contro l’arena di Fuorigrotta, i suoi ex compagni e tifosi, con una serie di gesti che avrebbe potuto evitare, comprendendo che l’ennesima ostile accoglienza è l’altra faccia di un rapporto di grande amore finito male.

Il Napoli ha concesso un tempo alla Juve. È stato timido, si è fatto vedere con una serie di tiri da media distanza respinti da Buffon. Ha tenuto il ritmo basso fino alla ripresa, quando ha ritrovato il coraggio. Perché in partite come questa non bastano i passaggi precisi e i movimenti accurati per vincere, servono quegli elementi caratteriali che gli azzurri hanno quasi accantonato, pur trovandosi avanti in classifica e con un cospicuo vantaggio, dunque in una condizione psicologica migliore della Juve, arrivata al primo di due confronti diretti consecutivi – tra una settimana c’è l’Inter a Torino – con problemi di formazione, schierando necessariamente Higuain nonostante l’operazione alla mano perché Mandzukic era rimasto a casa. È mancata nella prima fase della partita, quella più importante, l’aggressività a centrocampo e la Juve con Douglas Costa e Matuidi ne ha approfittato. Ma si sono visti poco anche Hamsik e gli attaccanti mentre Allegri disponeva sul vantaggio una copertura più attenta, piazzando perfino otto uomini in area e limitando al massimo le sortite nella metà campo del Napoli. Lo spirito italianista di Max, filosofia opposta a quella di Sarri: stavolta ha vinto lui ed è inutile, come ha fatto Maurizio, calcolare la percentuale del possesso palla (87 per cento) e sottolineare che è stata superiore a quella nel derby stravinto col Benevento.
 

From: Il Mattino.

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