La scelta di Ghoulam: «Mai pensato di andare in un’altra squadra: felice per il contratto»


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Roma. Ha sognato lo stesso sogno dei suoi dieci fratelli:
«Giocare nello stadio di Maradona». Era quello che
voleva, era quello per cui ha lottato. «Sono rimasto per
quella cosa lì (lo scudetto, ndr): Napoli mi ha dato tutto,
mi ha trasformato, mi ha persino fatto diventare scaramantico. I
tifosi non vogliono che si dica quella parola e io non la
dico». Trentanove giorni dopo la rottura del crociato,
Ghoulam torna a Villa Stuart, dal professor Mariani, per la visita
che accerta che tutto procede secondo i piani. Forse anche meglio.
Un finale di anno dove le onde del suo destino, piene di curve,
sembrano disegnate da Gaudì.
Ghoulam, il Napoli è in calo dal 30′ del primo tempo
della gara col City. Le dice qualcosa questo momento?
«È quando mi sono fatto male, è quando ho
sentito un dolore dietro la coscia e ho capito che non era una cosa
di poco conto. Ma non è così. È solo un
momento no. È successo semplicemente che noi eravamo
convinti di poter battere il Manchester, di poter riuscire a
superare il turno e che quel ko in casa ha avuto un certo effetto
sulle nostre prestazioni».
Dice Sarri che il preliminare con il Nizza sta condizionando le
prestazioni di questo ultimo periodo.
«È vero, ma io vedo una squadra che sta dando il
massimo e che è solo poco fortunata. Anche con la
Fiorentina, non mi è sembrato un Napoli in
difficoltà. Nel corso di una stagione così lunga
è inevitabile poter vivere un momento come questo. Non mi
sembra un dramma».
Non è che i suoi compagni sono un po’ stanchi?
«Può darsi. Si gioca tanto, in mezzo ci sono state
pure le gare con le nazionali. Insomma, non è facile
recuperare le energie ogni volta, servirebbe allenarsi ma tempo non
ce ne sta mai».
Con che spirito affrontate la retrocessione dalla Champions
all’Europa League?
«Noi abbiamo ormai una mentalità chiara: ogni volta
che scendiamo in campo lo facciamo per vincere. Perché si
diventa grandi solo in questo modo, dando sempre il massimo. Non
snobbiamo nulla, perché tutte le volte che lo abbiamo fatto
in passato abbiamo rimediato brutte figure. E per crescere noi
affronteremo il Lipsia come se fosse una finale. Anche se è
solo il sedicesimo di Europa League».
È davvero lei il più forte esterno sinistro
d’Europa?
«Il mister lo dice perché sa di farmi contento. Io
devo tanto a lui come devo tanto a Benitez perché Rafa mi ha
scelto e mi ha portato qui. Il tecnico spagnolo mi ha liberato, mi
ha insegnato a fare la fase offensiva, Sarri mi ha disciplinato
tatticamente in quella difensiva. Se sono diventato il giocatore
che vedete lo devo a loro due. Ma non solo…».
E anche a chi?
«Beh, giocare in un settore di campo dove c’è uno
come Lorenzo Insigne e un altro come Marek Hamsik renderebbe la
vita una favola a chiunque. Come lo ha reso a me».

From: Il Mattino.

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