Al Luna Park del San Paolo (cinque gol nel primo tempo), un leone
(Allan) sbrana la partita, un artista (Insigne) mette in porta un
altro suo gioiello e, ora, sono 90 i gol del tridente azzurro nelle
57 partite in cui hanno giocato insieme. Il taccuino del cronista
gronda di appunti su Allan, dal gol all’avvio della seconda e
della terza rete, e poi Allan, Allan, Allan. Ma l’ennesimo gol
di Insigne è uno zucchero.
Torna il caro ideal dal primo minuto, il ragazzo di pube, e piazza
nella porta di Viviano un destro di delizia nell’angolino basso
inutilmente protetto dal portiere doriano. Ma stavolta il giro non
c’entra. È stato un gol normale nella sua
essenzialità. Finalmente. Così si fa, caro il nostro
lorenzinsigne. Un gol finalmente normale senza svolazzo e curva
d’arcobaleno, preziosità balistica, coda di cometa,
eccetera, un gol semplice, di quelli che vanno sui tabellini delle
partite e sugli almanacchi del calcio senza emozione, senza
suscitare un ricordo memorabile, senza eccitazione presente e
futura.
I tuoi gol a giro ci riducono a pastori della meraviglia, quel
pastore sul presepe con la bocca aperta per il prodigio della
rivelazione e le braccia spalancate per la sorpresa di quanto sta
vedendo. E no, caro lorenzinsigne. Vogliamo questi gol semplici,
che poi tanto semplici non sono. C’è il guizzo,
c’è la prontezza per beffare il portiere. È un
gran gol anche questo che hai segnato a Viviano, ma finalmente non
è stata la prodezza massima del tuo carnet di prodezze.
Però è stato il gol del 2-2 che ha preparato il
record assoluto di Hamsik del 3-2 (ora un gol più di
Maradona!).
Tu sei il Magnifico e abbiamo dodici sinonimi da usare, splendido,
meraviglioso, straordinario, eccezionale, eccetera, gli aggettivi
finiscono, i sinonimi muoiono, non puoi esasperarci nella ricerca
dell’aggettivo memorabile per riferire ai presenti e ai posteri
la tua bellezza di goleador. Finalmente hai fatto un gol normale
che non ci costringe a iperboli, acrobazie retoriche, esercizi di
esagerazione.
From: Il Mattino.