L’ultima sarà all’Olimpico, e dove sennò?
Nello stadio dove ha alzato al cielo l’unico trofeo della sua
carriera, la Coppa Italia. Era il maggio del 2012, ed era il
capitano del Napoli che batteva la Juventus per 2-0 nella finale.
L’Olimpico, lo stadio dove per l’ultima volta ha indossato
la maglia del Napoli, il 13 ottobre del 2013, prima di essere
ceduto a gennaio dopo il tumultuoso rapporto con Rafa Benitez. Non
lo ha mai nascosto, che è nel Napoli, nel suo Napoli, che
avrebbe voluto chiudere la sua carriera. Nonostante qualche
parentesi fatta anche di momenti neri.
Paolo Cannavaro domani annuncerà l’addio al calcio. Lo
farà in una conferenza stampa nella sede del Sassuolo, il
club che lo ha accolto dopo la decisione del Napoli di darlo via.
Diventerà assistente del fratello Fabio, al Guangzhou, in
Cina. «È arrivato il momento», dice stringendo i
denti. A 36 anni e mezzo, la possibilità di firmare un altro
anno di contratto con il Sassuolo, Paolo dice basta.
Giocherà l’ultima partita contro la Roma allenata dal
suo vecchio amico Eusebio Di Francesco, che pure lo ha allenato
nelle ultime tre stagioni. Quando si dice, l’ironia della
sorte.
L’atmosfera è tranquilla. Paolo Cannavaro ha la faccia
(e i tatuaggi) da marine, ma il cuore non è selvaggio. Deve
preparare il trasloco, perché avrà poche ore a
disposizione prima di prendere il volo per la Cina e poi per Doha,
dove la sua nuova squadra farà la preparazione
pre-campionato. Si è preso tre settimane di tempo prima di
accettare l’offerta del fratello Fabio. «La mia carriera
da calciatore professionista finisce qui», ha già
annunciato ai suoi cimpagni. Il difensore chiude così una
carriera da 552 partite e 15 reti con le maglie di Napoli (278),
Parma (128), Sassuolo (120) e Verona (26): la Coppa Italia
nell’edizione 11/12 resta l’unico trofeo in bacheca. La
Nazionale l’unico grande cruccio: una sola convocazione, da
parte di Donadoni, nel giugno del 2007, ma col Sudafrica rimase in
panchina tutto il tempo. Nonostante la lunga trafila nelle
giovanili prima con Rocca e poi con Gentile nell’Under 21 (18
presenze). Nel momento d’oro trovò sulla sua strada
Cesare Prandelli: «Lui è bravo in una difesa a 3 non
in una a 4 come quella mia», disse l’ex ct.
From: Il Mattino.