Non c’è un solo casting di un club d’Europa che non
prenda in considerazione il suo nome, quello di Maurizio Sarri.
Nessuno ha il contratto in scadenza, tra i vari tecnici delle big.
Ma si sa che i pezzi di carta possono valere poco o anche niente,
quando i risultati sono deludenti. Così nessuno, in questo
periodo, se la sentirebbe di giurare sulla permanenza di questo o
quell’allenatore. Persino Zidane, uno che in 22 mesi ha vinto 8
trofei sui 10 in palio, sa che la sua avventura al Real Madrid
sarebbe al capolinea in caso di mancato successo-tris della
Champions. La super sfida degli ottavi contro il Paris Saint
Germain è un bivio carico di conseguenze. I dubbi su Antonio
Conte, al Chelsea, affiorano per la prima volta anche alla luce
delle classifica attuale: «Però devono essere loro a
mandarmi via». Figurarsi se Abramovic si farà scrupolo
eventualmente a farlo. Sì, il valzer della panchine che
potrebbe avere inizio già ad aprile, potrebbe tirare in
ballo anche Sarri, soprattutto in Premier. Colpa di Pep Guardiola e
della sua furbesca investitura prima della doppia sfida del suo
Manchester City al Napoli. Non è un caso che proprio
parlando del dopo Conte, la stampa di Sua Maestà, abbia
iniziato a far circolare l’ipotesi di Sarri, definito «un
innovatore tattico e tecnologico, con un grande impatto sui
giocatori e uno stile di gioco molto bello a vedersi».
Panchine solidissime sembrano davvero poche, anzi non ce ne sono
proprio. Ed è quello che ha spiegato Alessandro Pellegrini,
l’amico-agente, a Sarri prima di Natale. Bisogna attendere i
verdetti di Champions prima di poter capire gli scenari della
prossima primavera. Perché chi non va avanti nella coppa
dalla grandi orecchie, avrà voglia di cambiare. Sarri
continua a ripetere che rimarrà al Napoli, o meglio non ha
mai detto che alla fine della stagione andrà via. Scudetto o
non scudetto. Ma lui stesso, negli ultimi mesi, qualche messaggio
di disponibilità in giro per l’Europa l’ha mandato.
Se gli arrivasse una chiamata, magari ascolterà. Ed è
questo il rischio che Aurelio De Laurentiis non vuole correre ed
è per questo che ha messo a segno l’audace colpo della
visita-lampo a Figline nel giorno del suo compleanno.
La verità è che Maurizio Sarri non sarebbe
indifferente alle proposte che potrebbero arrivare dall’estero
(da settimane Pellegrini ascolta i discorsi di vari intermediari),
perché il campionato inglese in particolare è il
più ambito del mondo e qualsiasi allenatore ci penserebbe
non una, ma dieci, cento volte prima di rifiutarlo. E così
De Laurentiis ha deciso di scendere in pista in prima persona.
Saltando la mediazione del ds Giuntoli che pure da settimane stava
cercando di spingere Sarri ad aprire la trattativa per eliminare la
clausola e blindarlo al club azzurro.
From: Il Mattino.