Atalanta-Napoli, se Koulibaly fa un bel gol ai cretini


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Affrontare l’Atalanta a Bergamo dopo due settimane di sosta è un po’ come tornare a scuola dopo le vacanze e trovare a sorpresa il compito di matematica: genti che si fanno prendere dal panico, genti che si affidano alla Madonna, genti che provano a chiedere truffaldinamente l’aiuto da casa e genti che tentano la fuga calandosi dalla finestra con la corda dove sta appeso il cassino alla lavagna. È chiaro, insomma, che tutti, squadra e città, si sono presentati all’appuntamento sereni come a un pranzo a casa della gnora: già sai che ti intossicherai la domenica eppure non ci sta niente da fare, devi andare e cercare di uscirne senza troppi danni. E in effetti, ieri, durante il primo tempo del cosiddetto lunch match che in napoletano potremmo tranquillamente declinare in ragù match, gli azzurri erano visibilmente in difficoltà. Un poco perché per via del sole e della vicinanza cromatica con la maglia dell’Atalanta non era facile capire chi erano i compagni di squadra, gli avversari, l’arbitro e il pallone e un poco perché per via della marcatura a uomo predisposta da Gasperini su tutti i calciatori del Napoli, compresi quelli in prestito, quelli assettati in panchina e Milik a casa sua a Posillipo guardato a vista da Caldara, già superare la linea del centrocampo nerazzurro pareva un’impresa, figuriamoci arrivare nell’area piccola e fare gol.

Così il primo tempo è passato tra imprecazioni, urla di dolore, preghiere e suggerimenti di sostituzioni a Sarri nella convinzione che un Zielinski col certificato di sana e robusta costituzione non val bene un Marek Hamsik con la febbre, le placche alla gola e il culo inturzato dalle penicilline. Nessuno, però, aveva considerato il fattore Mertens e la circostanza che essendo ormai lui un napoletano in tutto e per tutto, per farlo incazzare non ci sta niente di meglio che togliergli il ragù la domenica a ora di pranzo. Del resto, essendo a secco da non so quanti mesi, i tifosi del Napoli ormai si erano scordati che in campo ci stava anche lui. E evidentemente devono averlo scordato pure i bergamaschi tant’è che dopo il suo gol, improvviso e tagliente come una cartella esattoriale di Equitalia, molti tifosi della Dea come fallo di reazione hanno preso a insultare Koulibaly con buuu razzisti. Da quel momento, nonostante l’annullamento di un gol a Marek, è apparso chiaro come sarebbe andata a finire. Che cosa poteva mai fare una squadra i cui tifosi rispondono alla bellezza con il razzismo se non perdere e fare pure na figura e mmerd?
 

From: Il Mattino.

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