Spal, Schiattarella: «Ti ho fermato la Juve, ​Napoli regalami lo scudetto»


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Il primo stadio dove ha messo piede è stato il San Paolo.
Pasquale Schiattarella ci andava da piccolo. Con suo fratello o con
la sua ragazza. Facile per uno nato a Mugnano, a due passi da
Napoli. L’azzurro l’ha sempre avuto nel cuore, anche quando
il lavoro l’ha portato lontano dalla sua casa e dalla sua fede.
Calciatore professionista con tante stagioni di serie B alle
spalle, ha conquistato la serie A con la maglia della Spal.
«In realtà avevo anche fatto qualche presenza nel 2014
con il Livorno, ma sì, questa è la mia vera prima
stagione da protagonista nella massima serie». Un caso del
destino che sia avvenuta proprio nell’anno in cui il suo Napoli
è in piena lotta per lo scudetto. Nessun errore:
perché nonostante la maglia della Spal tatuata sulla pelle
(«Ho in testa solo la salvezza), nelle vene del
centrocampista di Semplici, scorre un sangue azzurro purissimo.
Parla del Napoli in prima persona, così come è il
primo a sognare lo scudetto.

Eppure, quando fai un lavoro come quello del calciatore
professionista, la vita ti sottopone a vere e proprie prove di
coraggio. Come è successo lo scorso 23 settembre
(Spal-Napoli) e il 17 marzo (Spal-Juventus): due partite nelle
quali il protagonista è stato proprio lui: Pasquale
Schiattarella. «In ogni partita ci impegniamo sempre allo
stesso modo. Che sia il Napoli, la Juve o il Crotone, per noi non
fa alcuna differenza». Alla faccia di chi si scansa, insomma.
Contro gli azzurri Pasquale ha segnato il suo primo – e fino ad
oggi unico – gol in serie A. «Pur essendo tifosissimo del
Napoli non ho mai giocato con quella maglia. Questo è il mio
lavoro e devo farlo sempre nel migliore dei modi, altrimenti poi mi
mettono in panchina». Ammette con un sorriso, ma anche con la
consapevolezza di quanto gli abbia diviso il cuore vedere quel
pallone andare alla spalle di Reina. «Prima della partita
avevo detto che in caso di gol non avrei esultato, ma poi mi sono
reso conto che era la mia prima rete in A e chissà quando mi
sarebbe successo di nuovo».

Ma fare il calciatore ti può anche regalare delle gioie che
valgono doppio. E dopo aver segnato contro gli azzurri a settembre,
ha completato la pratica sabato scorso, togliendosi forse la
più grande soddisfazione per un napoletano così
tifoso. Con la Spal ha fermato la Juve. «Appena ho acceso il
cellulare dopo la partita ho trovato una sessantina di messaggi da
parte di parenti e amici. Tutti mi facevano i complimenti». A
Mugnano – e po’ in tutta Napoli – si sono fermati gli orologi.
Ancor di più perché il migliore in campo di quella
partita è stato proprio lui, Pasquale Schiattarella.
«Come me, tutta la mia famiglia è tifosa del Napoli
così come lo sono i miei amici e la famiglia di mia
moglie». Ma guai a dirgli che la Juve aveva preso la sfida
del Mazza sotto gamba. «Noi abbiamo fatto una grande partita
e loro hanno giocato con tutti i titolari».

La partita contro la Juve era inevitabilmente un po’ più
speciale delle altre e Pasquale lo sapeva già da prima di
scendere in campo. «Sono sfide che si preparano da sole dal
punto di vista degli stimoli, ma a livello di atteggiamento e
concentrazione devi stare sul pezzo perché rischi di fare le
figuracce».

Fino a oggi, però, sia lui che la Spal hanno sempre fatto il
massimo, e di figuracce non ne sono arrivate quasi mai. In
particolare contro il Napoli, due partite (2-3 e 1-0) nelle quali
la squadra di Semplici ha dimostrato di meritare eccome questa
categoria. Dopo la sconfitta del San Paolo, poi, gli uomini di
Semplici hanno aperto un piccolo ciclo vincente grazie al quale
sono usciti dalla zona retrocessione. «Dovevamo dare una
svolta alla stagione perché fino a quella partita avevamo
fatto troppo poco. Quella sconfitta ci ha dato fiducia e abbiamo
capito che potevamo fare di più». A proposito del San
Paolo… «Giocare in quello stadio mi regala sempre una
grande emozione». Un po’ come giocare contro il giocatore
che più gli piace in tutta la serie A. «Sono sempre
stato innamorato di Hamisk fin dal primo giorno in cui è
arrivato a Napoli: per me è il centrocampista più
forte in Europa. Ha tecnica, corsa, tiro e sa fare gol e fase
difensiva allo stesso tempo».

From: Il Mattino.

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