Sarri, il perfezionista sul campo che la città vorrebbe come sindaco


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Ce l’ha fatta quello che doveva farcela. Il diseredato che
quando Allegri vinceva il suo primo scudetto al Milan, allenando
gente come Ibrahimovic, Cassano, Pato e così via, era a
ingoiare il boccone amaro della mancata promozione in serie B con
l’Alessandria. Era il maggio del 2011. Sette anni dopo,
l’uomo venuto dal nulla e che non ha vinto niente, ha risalito
la cima e ha messo la sua bandierina. Nel nome del Napoli. E di
Napoli. Altro che Masaniello, Maurizio Sarri è la bandiera
dell’orgoglio partenopeo senza mai usare parole banali, senza
usare mai frasi fatte, senza mai fare appello a parole come
«rivalsa sociale» o «riscossa del Nord contro il
Sud». La città lo vorrebbe come sindaco, come
presidente del Consiglio, come governatore e come qualsiasi cosa.
Perché è un gigante che adesso ha convinto tutti. E
che si gusta il suo momento alla sua maniera: lontano da tutto. E
da tutti. Non era sul bus che è stato accolto da ventimila
persone a Capodichino, perché come tutti quelli che non
lavorano sotto casa, è dovuto tornare a Figline per curare
questioni di tutti i giorni.
 

From: Il Mattino.

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