Comincia Mertens, prosegue Milik. In attacco è pronta la staffetta anche a Firenze, come al Meazza contro il Milan e a Torino contro la Juve: favorito a partire dall’inizio, infatti, è ancora una volta il belga rispetto al ritrovato ariete polacco.
Dries non segna dal 3 marzo, l’ultimo guizzo contro la Roma, un digiuno ormai di due mesi, ben sette partite. Ma l’affetto nei suoi confronti è immutato, incoraggiamento per lui dai tifosi al termine dell’allenamento di mercoledì a Castel Volturno e una tifosa speciale: un’anziana signora ha mostrato un cartoncino con la scritta “Mertens ti amo”. L’immagine ha fatto il giro delle tv e il belga ieri l’ha ripresa postandola sul suo profilo Instagram e commentando: «Anche io ti amo». L’ennesima prova della sensibilità del campione belga che è rimasto colpito dall’amore della supertifosa del Napoli, lui che è sempre più radicato nel tessuto cittadino e che si è distinto per i numerosi gesti di solidarietà. Un legame a filo doppio con i napoletani: per tutti quanti Dries è Ciro.
Mertens ci riprova a Firenze, al Franchi segnò la sua prima rete in maglia azzurra: il gol del 2-1, quello decisivo per il colpo a Firenze nell’ottobre 2013, il primo anno di Benitez sulla panchina azzurra. Un momento di appannamento in fase realizzativa, un periodo di comprensibile stanchezza dopo una stagione tirata al massimo: contro la Juve i primi segnali di miglioramento come brillantezza, soprattutto per il contributo molto significativo nel pressing e in fase di non possesso. Ma è chiaro che un attaccante è chiamato innanzitutto a far gol e sotto questo punto di vista Mertens ha fatto registrare un passo indietro rispetto alla scorsa stagione quando chiuse il campionato con 28 gol, uno in meno rispetto a Dzeko che vinse il titolo di capocannoniere.
Quest’anno di reti ne ha messe a segno 17 ed è quindi in ritardo di 11 gol, anche se può contare ancora su quattro partite per migliorare il bottino: una flessione nell’ultimo periodo, dopo la prima vissuta già a dicembre e interrotta con il gol vincente di inizio anno a Bergamo contro l’Atalanta, una rete dopo nove partite di digiuno. Una stagione lunghissima per Dries, il primo marcatore stagionale del Napoli con il gol messo a segno contro il Nizza al San Paolo nel playoff di Champions a Ferragosto (il raddoppio su rigore lo firmò Jorginho).
Pronto Milik, il polacco ha segnato due gol dopo il rientro in campo, uno al Chievo e un altro all’Udinese, tutti e due fondamentali per le rimonte del Napoli al San Paolo, tutti e due con Mertens in campo e il modulo 4-2-3-1, quello ultra offensivo utilizzato da Sarri in determinati momenti delle partite quando c’è da recuperare il risultato. Il vero acquisto in più per questa volata scudetto: Arek costretto a star fuori cinque mesi per la rottura del legamento crociato al ginocchio ha fatto subito avvertire la sua importanza al ritorno in campo. Un attaccante di peso, l’unico in gruppo con queste caratteristiche, una soluzione in più fondamentale perché consente agli azzurri di variare le modalità della manovra offensiva puntando anche ai cross per i suoi colpi di testa, oppure all’imbucata centrale per il suo lavoro di sponda. Con Milik muta qualcosa ma lo sviluppo del gioco è simile perché con il 4-3-3 i movimenti sono quelli, le sue caratteristiche però sono diverse rispetto a quelle di Dries ecco perché con lui in campo si vedono meno gli uno-due nello stretto e più le aperture che coinvolgono gli esterni per la spinta.
Sarri adesso può far rifiatare Mertens durante la partita Milik, infatti, ora è pronto. Il polacco è stato utile anche a Torino, ha fatto a sportellate con i difensori bianconeri ed è stato prezioso il suo movimento di blocco anche sul calcio d’angolo di Callejon per il colpo di testa vincente di Koulibaly.
From: Il Mattino.