Il mercato azzurro e il sogno Chelsea: tutti i dubbi di mister Sarri


CONDIVIDI/SHARE

image

Sarri sa bene che il futuro reclamerà il pegno, e il futuro non fa sconti neppure agli idoli, anzi con loro è più esigente. Ed è per questo che Maurizio è combattuto: perché in cuor suo vorrebbe davvero riprovarci ad andare all’assalto della Juventus con questo Napoli. Lo ha confidato anche alla squadra, proprio alla vigilia della partita con il Torino. Forse lo ha fatto per evitare uno sciogliete le righe anticipate, ma ancora ieri, sia pure parlando spesso al passato, ha lasciato intendere che il dado non è ancora tratto. Gli dispiace che non sia proprio il suo presidente a non riconoscere la sua bravura: gli manca quel «è il più bravo di tutti» che sente dire da tante persone ma non dal numero uno del club per cui lavora.

Ma non sono certo le parole e gli affondi dell’altro giorno a turbare Sarri: l’intervista del presidente del Napoli né lo allontana né lo riavvicina al club azzurro. Lo lasciano perplesso perché davvero pensa di non meritare critiche per questa stagione ma non spostano il suo punto di vista neanche di una virgola: per restare a Napoli serve un nuovo contratto. Nuovo di zecca. Con cifre rialzate (e non di poco) rispetto all’ingaggio di circa 1,4 milioni di euro a stagione e magari anche due anni in più. Cosa che De Laurentiis non ha mai negato di volergli proporre. E poi Sarri vuole delle certezze sul progetto tecnico. Non chiederà Iniesta o Ronaldo, ma certo non è contento di Ounas e Rog. Chiederà a De Laurentiis: c’è una via di mezzo? Nomi non vuole farli. Non ci pensa neppure. Il mercato lo facciano gli altri. D’altronde, lo stesso Benitez chiese Mascherano ma lo Jefecito non si è mai mosso da Barcellona. E prima di Wolfburg-Napoli, Rafone confidò indispettito di «aver inseguito Luiz Gustavo, Perisic e Schurrle» che però non sono mai arrivati.

Insomma, Sarri ha un grande dubbio: che questo testa a testa con la Juve possa essere irripetibile. Sa che molti big sono in partenza e vuole certezze per i sostituti. Se va via Koulibaly, per esempio, non può essere Maksimovic e neanche Chiriches il suo ricambio. E quindi sta riflettendo. E aspetta l’offerta del Napoli, che resta la prima opzione. E non solo per via del contratto che lo vincola fino al 2020 (a meno che non ci sia chi paga la clausola da 8 milioni).

L’impressione è che l’addio sia davvero a un passo, praticamente dietro l’angolo. Ma che De Laurentiis ha un ruolo importante per un ripensamento. Tutto si gioca su quest’idea – sfida e scommessa, azzardo e scelta – di poter ancora lottare per il vertice nel futuro. Cosa che il Napoli fa con regolarità da circa 7 anni.

E il Chelsea? Nelle prossime ore da Londra inizieranno persino a formalizzare l’offerta che per tanto tempo Pellegrini e gli intermediari d’Oltremanica hanno iniziato a tessere. Ma occhio: Sarri non è convinto al 100 per cento che Londra sia la sua destinazione migliore. Ha qualche dubbio che lo porta a frenare l’ottimismo di emissari vari e della corte di Abramovich e senza il suo sì, non ha senso parlare della clausola. Che, in ogni caso, il Chelsea non vorrebbe pagare.

Ecco, la partita si gioca qui: su questa sua esitazione. Ed è per questo che quando De Laurentiis lo chiamerà alla Filmauro per parlare del futuro non si troverà davanti un tecnico che gli dirà: voglio andare via. Prima ascolterà le proposte del suo presidente e poi deciderà il da farsi. Se dare il via libera al rinnovo oppure dare il via libera alle pratiche per un divorzio.

From: Il Mattino.

CONDIVIDI/SHARE