A Empoli, quando Maurizio Sarri capì che la sua avventura in Toscana era arrivata alla fine, prese il telefono e lo chiamò: «Guarda che se me lo chiedono io farò il tuo nome per prendere il mio posto qui». E così andò. Giampaolo, il Professore come lo chiama il presidente Ferrero, che l’anno prima aveva guidato la Cremonese in Lega Pro, uscì dalla naftalina di un mondo che crea eroi e poi li mette in fretta da parte e tornò alla guida di una squadra di serie A. Tanta la gratitudine, che Sarri rischiò persino l’esonero alla terza giornata quando proprio l’Empoli di Giampaolo fermò gli azzurri sul 2-2 facendo traballare la panchina del suo fraterno amico. Di Sarri dice sempre: «È uno dei migliori allenatori in Europa, da quando c’è lui vedere giocare il Napoli è un piacere». E Sarri ricambia, certo: per la Panchina d’oro è stato tra i pochi a votare per il tecnico della Sampdoria. Convinto che sia davvero il migliore di tutti.
Ora Giampaolo anche qui a Napoli è in pole nel caso in cui Sarri dovesse dire addio a fine campionato. Tra i tanti nomi, quello del tecnico che fa del 4-3-3 il fiore all’occhiello – anche se ha usato spesso pure il 4-3-1-2 – sembra essere il favorito. Ovvio, per Sarri la persona migliore per dare continuità al suo progetto tecnico, per creare un filo conduttore tra il ciclo che si chiude e quello nuovo che si apre. Ma in questo caso, difficilmente De Laurentiis chiederà consiglio a Sarri su chi prendere eventualmente al suo posto. A Giampaolo, il patron azzurro ci è arrivato da solo. Ha mostrato di averlo seguito spesso nell’ultimo campionato, ha raccontato di averlo visto in azione anche con il trequartista in campo, non nascondendo dunque l’attenzione per lui. Ma piano con le investiture o con le staffette: anche Mihajlovic tra aprile e maggio del 2015 si sentiva l’allenatore del Napoli. Gli era bastato un incontro. Ma De Laurentiis cambiò idea al secondo appuntamento, quando i due si incontrarono e il serbo sbottò: «Ma ce ne ha messo di tempo per rivederci…». Non si videro più. Dunque, Giampaolo davanti a tutti. E poi gli altri: Inzaghi, certo, e dietro staccati Semplici e Andreazzoli. E ancora più dietro Conte e Ancelotti: se contasse l’amicizia e i rapporti personali con De Laurentiis sarebbero davanti a tutti. Ma contano gli ingaggi. E i due guadagnano troppo. Occhio a una idea che porta a Fonseca, l’allenatore della Shakthar. E attenzione a una new entry: De Zerbi del Benevento.
Non bisogna avere fretta e l’arrivo, probabile, a Castel Volturno di De Laurentiis quest’oggi non va visto come una accelerata sulla via dell’intesa con Sarri. Il presidente vuole essere presente alla conferenza che annuncia il ritorno in Val di Sole anche la prossima estate per il ritiro precampionato. Non verrà per molte ore, quindi è difficile che possa incrociare Sarri per un incontro formale. Magari solo per un saluto. De Laurentiis è in ogni caso convinto che dietro Sarri ci sia l’offerta di un grande club (il Chelsea) che va solo alla ricerca di uno sconto sulla clausola. Ovvio, se Sarri dovesse chiedere di andare via per accasarsi altrove, difficilmente De Laurentiis potrebbe non invocare il pagamento della liberatoria. Un altro conto è se Sarri chiedesse di fermarsi, magari per non allenare un anno. In quel caso, il presidente farebbe altre valutazioni. Solo ipotesi: Sarri vuole ascoltare l’offerta che De Laurentiis si prepara a fargli. La valuterà e darà una risposta. Dirà pure che vuole un rinnovo importante per i suoi collaboratori, vuole acquisti di livello perché se resta è perché vuole vincere lo scudetto.
From: Il Mattino.