Napoli, perché Ancelotti è il Ronaldo di De Laurentiis


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Trentaquattro anni fa, il 5 luglio dell’84, il San Paolo
accolse sessantamila napoletani in delirio per lo sbarco di Diego
Armando Maradona. A Torino aspettano adesso un altro arrivo dalla
Spagna. E che arrivo. Il pluridecorato Cristiano Ronaldo, che
ha deciso di chiudere con il Real Madrid (e l’assillante
fisco spagnolo) dopo aver vinto la sua quinta Champions League.
Sull’affare si è lanciata la Juve, che due anni fa
aveva sottratto alla concorrenza Pjanic e Higuain per indebolire
Roma e Napoli e adesso spara grosso: vuole arrivare prima anche in
Europa e può riuscirvi strappando al Real il campione
portoghese.
L’arrivo di CR7 – operazione che si aggira sui 350 milioni
calcolando la valutazione attribuita dalla Juve al cartellino, lo
stipendio da pagare al Pallone d’oro e le commissioni da
versare all’agente Jorge Mendes – avrebbe un effetto
mediatico molto forte anche per il calcio italiano, che in questi
anni è stato ritenuto a ragione inferiore a Spagna,
Inghilterra, Germania e forse anche Francia per la qualità
dei giocatori, l’efficienza degli stadi e la robustezza delle
società. Peccato che i diritti televisivi per la serie A
siano stati assegnati (anzi, spartiti) altrimenti i presidenti
avrebbero potuto alzare il prezzo perché Cristiano Ronaldo
ha un appeal davvero straordinario.

From: Il Mattino.

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