Napoli, ecco la difesa elastica: sulle palle inattive è zona mista


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Inviato a Dimaro-Folgarida

La difesa del Napoli è come una bella donna che con il
passare degli anni invecchia ma non diventa certo brutta. E allora,
per restare al passo con i tempi le basta un restyling, seppur
piccolo, per ritornare piacevole e piacente. Proprio come quando
faceva girare la testa a tutti. Il chirurgo plastico designato per
l’operazione arriva direttamente da Reggiolo e al posto dei
soliti camice e cuffietta bianca è solito operare con la
divisa rossa e un cappello con visiera.

NEW LOOK
Il bisturi, poi, lo usa con cautela: perché ogni eccesso
è difetto. E allora giusto qualche taglietto qua e
là, con cura. Rigorosamente senza lasciare cicatrici,
perché quelle su una bella donna sarebbero sfregi
imperdonabili. Carletto ha la mano leggera, ma non per questo la
sua firma non lascia il segno. La linea resta a quattro, un dogma
dal quale non si scappa, con le novità che si spostano sui
movimenti. Ad esempio quelli dei terzini: non c’è
più l’obbligo per uno dei due di restare in linea con i
centrali quando l’altro scappa in avanti. Entrambi vanno su,
eccome se vanno. Ci sono momenti in cui è più facile
trovarli sulla linea delle mezzali che su quella dei difensori. Ma
non è tutto.

IL PRESSING
La fase difensiva del Napoli non è fatta solo di movimenti a
scalare, di uscite senza palla e linee da mandare a memoria.
C’è il pressing tra gli altri punti forti del restyling
Ancelotti. A differenza del passato (non troppo remoto poi),
è il regista ad andare a togliere ossigeno al portatore di
palla avversario, andandosi a staccare dalla linea dei mediani e
finendo nella metà campo avversaria. È come se si
giocasse a specchio: se la palla ce l’ha il regista avversario,
il regista del Napoli va a dargli fastidio, se ad avere il possesso
è la mezzala, si stacca il corrispettivo azzurro e via
dicendo seguendo questo schema.

From: Il Mattino.

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