San Paolo, niente abbonamenti Tifosi delusi: «Ci sarà da patire»


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Che siano stati 3.000 come negli anni della serie B di Corbelli e Ferlaino, o 70000 come in quelli di Savoldi, per gli abbonati del calcio Napoli, il giorno dell’apertura della campagna abbonamenti è stata sempre una festa. Condita spesso da tantissimi disagi per le lunghe attese dinanzi i botteghini del San Paolo. Sapere che dall’oggi al domani l’appuntamento con il posto fisso, vale a dire il sediolino dello stadio salterà non è una cosa facile da mandar giù.

LA DELUSIONE
Dino Alinei, tifoso, abbonato e collezionista di memorabilia del Napoli, attraverso i cimeli di Momenti azzurri ha ricostruito assieme a Giuseppe Montanino la storia del Napoli anche attraverso gli abbonamenti. «Dal 1926 ad oggi mi mancano due, massimo tre tessere, oggi so che saranno quattro. Un buco incolmabile». Ma al di là della mostra è il tifoso Alinei ad essere colpito. Il suo posto lo ripete quasi come fosse una litania: «Tribuna Posillipo settore C fila 13 posto 15. Quel sediolino è il mio, lo smonto me lo vado a prendere perché lì ho passato i momenti più belli e più tristi della mia vita sportiva. Una mazzata morale». Ma Alinei non ce l’ha con De Laurentiis. «Lo avevo capito che sarebbe andata a finire così – dice – Il Napoli non può aprire la campagna abbonamenti perché non può tener fede a un contratto con il sottoscrittore della tessera». Per Dino Alinei la colpa è del Comune di Napoli. «Credo che abbiamo il peggiore Comune della nostra storia perché su questa vicenda andiamo avanti da anni, a partire dai tornelli. Anche la programmazione delle Universiadi è stata completamente sbagliata. Si sarebbe dovuti partire dai sediolini e non da altro. Per la pista c’era tempo».

I CLUB
Saverio Passaretti, presidente dell’Associazione Italiana Napoli club non fa drammi. «Mi sembra che la situazione sia abbastanza chiara: il Comune non ha garantito i termini dei lavori e la società si riserva il giusto diritto di non vendere gli abbonamenti perché non può garantire il posto ai tifosi». La prelazione sembra una giusta mediazione. «Ci sarà un po’ da patire, ma alla fine non possiamo fare diversamente. Il grande cuore del tifoso napoletano riuscirà a superare anche queste difficoltà».

I SOCIAL
Sui social si scatena la battaglia. «De Laurentiis è riuscito in quello che era il suo intento – scrive in una chat di Facebook un tifoso sotto il nome di Nick69 – era un piano pronto già da diversi anni perché si sa che il presidente non ama gli abbonati. Ora ha colto la palla al balzo per toglierli definitivamente di mezzo e non li reintrodurrà più. Diciamo addio alla tessera». Gli fa eco Emanuele Santoro, abbonato storico dei Distinti: «Avevo la tessera per il campo quando c’era Savoldi e l’ho presa con Maradona e con Sarri. Ormai gli abbonamenti contano davvero poco. Quelli che piacciono ai presidenti sono gli abbonamenti su Sky e Mediaset». Nella stessa chat interviene Ciro Gigetto Falciola: «È vero ma resta che alla fine i tifosi restano sempre i più penalizzati. È un calcio che ormai non tiene più conto della nostra passione. E non riguarda soltanto il Napoli ma tutte le squadre».
In molti, in ogni caso, non rinunceranno alla prelazione. Anche se questo significa di volta in volta preoccuparsi di comprare il biglietto per la partita.
 

From: Il Mattino.

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