Come una pallonata in piena faccia quando dopo un anno di lavoro ti stai godendo la tua meritata giornata di ferie dormendo in riva al mare a quattro di bastoni, pure se è soltanto un’amichevole estiva e il risultato conta quanto il due di coppe quando a briscola comanda bastoni, la sconfitta rimediata ieri col Wolfsburg ha scombinato tutti i pensieri dei napoletani. «Ma come? – è il pensiero comune – Dopo la figuraccia col Liverpool pareva che ci eravamo ripresi, che avevamo rialzato la testa, che avevamo mostrato sostanza e entusiasmo. Karnezis pareva pure aver capito quel piccolo particolare che nel calcio il portiere sta là per parare e non per pubblicizzare la maglia nuova col serpente» e invece no.
Ieri a Wolfsburg, in quello stesso stadio dove una volta in un’epica partita di Europa League Christian Maggio si trasformò in Zinedine Zidane, il Napoli è tornato con i piedi per terra. Anzi, non solo con i piedi, con tutt’ cos’ per terra: gioco, personalità, condizione, forma fisica, idee. E non ci sarebbe niente di male visto che stiamo ad agosto, l’allenatore è venuto da poco e dopo tre anni di maniacali automatismi ci vuole un po’ di tempo per metabolizzare il cambiamento di stile, di gioco e di tattica ma il fatto è che sabato prossimo inizia il campionato.
Quello vero, insomma. Quello nel quale la sconfitta vale tre punti in meno e un pallone perso sulla trequarti in più vale più di un bonario rimprovero da parte di tifosi e allenatore soprattutto se ti chiami Lorenzo Insigne e di questa squadra sei il vice capitano.
Si dirà: una rondine non fa primavera. È vero, ma due sconfitte su tre fanno una leggera preoccupazione. Riuscirà in sette giorni Ancelotti a mettere a posto non dico tutto tutto proprio tutto ma almeno le regole fondamentali come il gol a porta vuota che va segnato e non sbagliato come invece ha fatto Milik, la regola del fuorigioco ignorata ieri da Malcuit e la diagonale difensiva interpretata ieri in maniera un po’ naif da Albiol?
Quella è la speranza. Del resto Ancelotti non sarebbe il primo signore coi capelli sale e pepe che in sette giorni deve creare tutto daccapo. L’unica differenza è che il suo predecessore, il Padreterno, il settimo giorno si riposò. Lui invece il settimo giorno dovrà giocare con la Lazio in trasferta. Assai più impegnativo, no?
From: Il Mattino.